salute
info@SalutePubblica.org
COMUNICATO STAMPA
ll 17-18-19 ottobre si terrà a Brindisi, presso l'ex Convento S. Chiara, il VI Congresso Nazionale di Medicina Democratica con il titolo "La salute dell'uomo e il futuro del Pianeta – il lavoro uccide …la lotta per la salute ha memoria…". in ricordo perenne di Giulio A. Maccacaro, Luigi Caretto, Nicola Lovecchio, Gabriele Bortolozzo, Roberto Negri, Augusto Puccetti, Lorenzo Tomatis, Vladimiro Scatturin, Ettore Tibaldi.
Importanti temi al centro di questo VI Congresso nazionale di Medicina Democratica discussi in gruppi di lavoro:
- ambiente e salute – energia e rifiuti
- salute nei luoghi di lavoro
- salute, disabilità ed emarginazione
- immigrazione - la salute della donna
- salute mentale
- salute e servizio sanitario nazionale
- pubblicizzazione e qualità dell'acqua
Significativa la scelta di Brindisi come luogo di discussione di temi così urgenti anche per questa città, dichiarata nel 1986 dal Ministero dell'Ambiete zona ad elevato rischio ambientale e di incidente rilevante, in un momento in cui tali questioni sono al centro di un importante dibattito pubblico.
Il dibattito è calato nelle diverse realtà sociali di lotta per la salute e per l'ambiente salubre nelle quali Medicina Democratica è impegnata con le popolazioni a rischio, dando voce ai soggetti dell'esperienza e conducendo sul campo, assieme ad essi, indagini ambientali, sanitarie ed epidemiologiche, elaborazioni e proposte per l'eliminazione dei rischi e delle nocività dalla fabbrica al quartiere, dalla scuola all'ospedale, e in ogni dove della società.
Medicina Democratica è un'associazione autogestita che opera su tutto il territorio nazionale, dai primi anni '70, attraverso il lavoro volontario e gratuito e le sottoscrizioni dei suoi aderenti e simpatizzanti, con iniziative tese ad affermare diritti inalienabili come quelli alla salute, all'ambiente salubre e i diritti umani.
A livello locale, la sezione di Brindisi ha diffuso dati epidemiologici, ha fornito il suo contributo all'elaborazione del Piano regionale di salute, collabora anche con le altre associazioni del territorio sulla particolare situazione ambientale dell'area jonico-salentina, è componente del Comitato Consultivo Misto della ASL BR dal 2004, attualmente attiva nel Coordinamento Operativo e nel Tavolo di lavoro sulla prevenzione oncologica.
Dalla sintesi di questo ricco patrimonio il Congresso dovrà tracciare le future linee di intervento ed individuare gli obiettivi da perseguire e conseguire a breve e a medio termine da parte del Movimento di lotta per la salute.
Il Congresso si apre venerdì 17 alle ore 14.00 con una Conferenza Stampa, a seguire i primi lavori delle tre giornate. Sabato si comincerà alle ore 9.00 per continuare fino alle 20.00, domenica dalle 9 alle 14.00. All'interno del Convento è allestita anche una mostra fotografica sul paesaggio industriale.
Per il programma completo visitare il sito www.medicinademocratica.org.
E' preferibile l'iscrizione ai gruppi di lavoro telefonando al numero
329 1184097
Gino Stasi - Referente Sezione Medicina Democratica di BRINDISI
Brindisi, 10 ottobre 2008
............................................................................................................
L'Arpa denuncia: senza addetti controlli ambientali a rischio
Ieri la clamorosa denuncia, sui risultati di 17 ricerche effettuate dal ministero dell'Ambiente rimasti "nascosti" . Oggi Assennato rincara la dose e parla di impossibilità a fare i rilievi per mancanza di personale.
7 ottobre 2008 - Rita Schena
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno
BARI - «Ad occuparsi di monitoraggio e controllo della qualità dell'aria in Puglia l'Arpa dispone di un dirigente e sei funzionari, risorse umane irrisorie per il lavoro da svolgere. Le disparità di prestazione tra regioni per questa impari suddivisione delle risorse è incostituzionale per il non servizio che si può garantire ai cittadini».
Torna all'attacco il direttore dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato, nel secondo giorno di lavori del 3° Convegno nazionale sul particolato atmosferico in corso a Bari. Ieri aveva denunciato la mala burocrazia che non aveva permesso una tempestiva diffusione dell'informazione per 17 ricerche effettuate dal ministero dell'ambiente sulle cause dell'avvelenamento dell'aria di Taranto, oggi lamenta le irrisorie risorse a disposizione.
«A monitorare la situazione su Bari, Lecce e Foggia in pratica non abbiamo nessuno – sottolinea Assennato – perché i nostri ricercatori riescono appena a coprire le necessità di Brindisi e Taranto, con situazioni provinciali da continua emergenza».
Assennato coordina questa mattina una serie di tavole rotonde al fianco di altri ricercatori che provengono da realtà regionali differenti, dopo l'intervento della direttrice dell'Arpa Toscana non si lascia sfuggire l'occasione di sottolineare come per la sola area di Piombino, la Toscana disponga di personale tre volte superiore al proprio, per monitorare emissioni industriali solo un decimo pari alla realtà tarantina.
Il lavoro da fare sarebbe tantissimo, la qualità dell'aria e la produzione di polveri sottili sono temi «caldi», impattano direttamente sulla qualità di vita delle persone e soprattutto sulla loro salute e tutti i rappresentanti delle varie Arpa presenti al convegno lamentano poco personale a disposizione, dati frammentati da parte di centraline di rilevamento di cui spesso non hanno il controllo. Un grande caos al quale si aggiunge una sofferenza in più: il sistema delle Agenzie ambientali (le Arpa regionali, appunto) nasce come diretta derivazione del sistema sanitario che oggi è regionalizzato, non sempre riesce a godere di finanziamenti propri ed appropriati (la Toscana ha un bilancio annuale di 50 milioni di euro, quasi il doppio di quello di Arpa Puglia), tanto che il direttore Assennato usa la forte espressione di «incostituzionale».
Il problema delle polveri sottili è che se il loro rilevamento può e deve essere assegnato a strutture regionali (a patto che funzionino), le decisioni per il loro abbattimento non necessariamente risultano efficaci da una semplice iniziativa comunale o regionale. Le polveri sottili (o Pm10 o particolato, Ndr.) hanno la pessima abitudine di spostarsi senza tener conto di frontiere. La loro concentrazione in realtà urbane che diventano sempre più grandi, può fare la differenza tra un dilagare di malattie dell'apparato respiratorio o un benessere diffuso e di conseguenze hanno necessità di strategie di intervento coordinate e soprattutto efficaci.
I problemi di risorse a disposizione potrebbero diventare ancora più gravi con il Federalismo, un cenno è stato già dato durante la prima tavola rotonda al Convegno, le regioni più deboli di risorse potrebbero trovarsi in seria difficoltà, con un aggravio della salute dei propri cittadini, ed un maggiore carico sulle spese sanitarie. In un circolo vizioso sempre più difficile da spezzare.
«Ecco perché è così importante il ruolo delle Arpa – spiega Assennato – dobbiamo essere in grado di fungere da coordinamento tra la ricerca universitaria e i decisori politici e saper dare risposte ai cittadini». «Anche se 50 milioni di bilancio possono sembrare tanto – sottolinea Sonia Cantoni direttrice dell'Arpa Toscana – in realtà equivalgono ad uncappuccino al mese per ogni abitante della Regione. Vale tanto l'ambiente nel quale viviamo?».
Una domanda, quella della responsabile dell'Arpa Toscana che lascia sgomenti: in Puglia la salute di tutti noi vale meno di un caffè al mese.
Vedi anche www.tarantosociale.org
Taranto Sociale
L'Arpa: nascosti dati sui veleni Ilva
Peggio dell'Unione Sovietica. Il direttore Assennato spara alto durante la tavola rotonda al terzo convegno sul particolato atmosferico, raccontando come il ministero della Sanità non voleva dare l'ok a pubblicare 17 ricerche effettuate dal ministero dell'Ambiente sulla qualità dell'aria di Taranto
6 ottobre 2008 - Rita Schena
.............................................................................................................
da La Comune Urupia
DIVIDI ET IMPERA ?
In merito ai fatti del 1 settembre scorso di fronte al III lotto della discarica Ecolevante a Grottaglie, e alla ripresa delle attività contro la stessa che ne è seguita.
È EVIDENTE che esistono grandissime differenze di visione politica tra i diversi soggetti che negli ultimi anni hanno agito con modalità e linguaggi diversi per sensibilizzare le Comunità Locali attorno all'enorme problema del degrado del territorio, e in particolare attorno alla mostruosa discarica per rifiuti speciali di Grottaglie.
Abbiamo visto soggetti di orientamento più legalista e istituzionale attivi su un poderoso e preziosissimo lavoro di documentazione, denuncia, estenuanti iter burocratici che hanno fatto emergere tutto il nascosto delle procedure di progettazione, autorizzazione, realizzazione e gestione di questo ecomostro. E abbiamo visto soggetti più propensi ad una esposizione diretta e ad una testimonianza fisica costante sul sito stesso, vivere giorno e notte nel ventre della bestia. Altri soggetti sono comparsi con gran strepito di fuochi d'artificio e poi più nulla si è sentito... Ricordiamoci che l'inverno scorso eravamo tutti insieme in strada a Grottaglie.
Si sono dunque manifestate almeno due anime contro la pericolosissima creatura voluta da Settani, Bagnardi & C. Una più democraticista, che crede nel funzionamento di questo “sistema” e nella necessità di ripararne i gravi difetti e rimuoverne le numerose “mele marce” - un esempio ne è il Comitato “Vigiliamo per la discarica”. Un'altra che non crede affatto a questo “sistema”, lo considera intrinsecamente altro rispetto ai bisogni delle persone e cerca nuove forme di democrazia diretta anche indipendentemente dalle procedure istituzionali – presente nel “Presidio Permanente” pur non essendone l'unica componente all'interno. NOI COME URUPIA siamo parte di questa seconda anima, e al tempo stesso riconosciamo l'immenso valore del lavoro svolto da chi ha iniziato questa lotta anni fa, arrivando a creare il caso storico della Legge di Iniziativa Popolare. Sappiamo che entrambe queste anime condividono l'idea della assoluta improponibilità della attuale classe politica nel suo insieme, della disumana dittatura della speculazione e del massimo profitto immediato, e del disinteresse sostanziale di entrambi ai disagi innumerevoli che continuano a produrre.
Questo potere è troppo grosso, e non bastano certo da sole azioni dimostrative e di protesta, né le maratone procedurali e amministrative. Serve tutto! E anche di più!!
A tutti questo potere, ricco di strumenti di pressione e di repressione, di contorcimenti normativi, fa paura. Se questo è il problema, la Paura, allora parliamone, serenamente, apertamente: cerchiamo di capire come vincere il muro di gomma, l'inerzia causata da questa paura nella maggiorparte delle persone. Non nascondiamoci dietro a schermaglie sulle reciproche forme di protesta, dissenso, proposta. Spezziamo il gioco eterno del Dividi et Impera che sembra si sia di nuovo innescato.
Queste problematiche sono le stesse che da tempo in tutta Italia si vivono le diverse realtà in lotta contro gli innumerevoli ecomostri realizzati, in costruzione o in progetto. Crediamo necessario stringere più fortemente i contatti nel Patto di Mutuo Soccorso. Al Presidio Permanente abbiamo visto in atto una vera seppur ancora piccola esperienza di partecipazione aperta e diretta di quanti di volta in volta si avvicinavano, anche per la prima volta o da poco tempo. E questo tipo di spirito lo accomuna a molte delle altre esperienze citate, quantomeno a quelle che hanno maturato la consapevolezza della necessità di nuove forme di democrazia diretta e di gestione partecipata delle risorse.
Quello della legalità o dell'illegalità dietro alla realizzazione del III lotto non è per noi il problema principale: è giusto sottolinearlo per evidenziare l'intrinseca natura mafiosa della collusione tra un concetto aberrante di “impresa” e la realtà dittatoriale della politica della delega. Siamo convinti che solo l'azione delle persone possa fermare tutto ciò. Azione che deve comprendere sia il cercare di imporre alle istituzioni altre regole (magari all'inizio più realisticamente proporre), sia l'esporsi in prima persona per cercare di bloccare fisicamente l'attività della discarica (magari all'inizio più modestamente ostacolare). Dobbiamo essere tutti consapevoli che non è possibile agire, in nessun senso, senza esporsi a qualche tipo di ritorsione. Dovremo tutti coltivare la difficile arte dell'astuzia, del coraggio e della razionalità collettive. Dovremo imparare a non distogliere l'attenzione dai nostri veri nemici: Settani, Bagnardi & C. La misura della loro determinazione ad andare avanti: circa 150 € a metro cubo ciò che pagano le imprese alle discariche per seppellire i rifiuti pericolosi, da moltiplicare per i 2'200'000 metri cubi del terzo lotto, quelli dei primi due lotti, quelli di un futuro quarto lotto, più tutti gli ampliamenti che ci saranno, più eventuali “extra” derivanti dall'impossibilità di controllare tutto ciò che di volta in volta viene sversato...
Il poliziotto o il carabiniere è uno spauracchio messo lì non solo per reprimere, ma così facendo per cercare di catalizzare verso di lui un astio collettivo, per divenire lui berasaglio non solo di una lucida indignazione ma anche di una emotività collettiva, facilmente manipolabile. L'agente di pubblica sicurezza in questa battaglia, non lo consideriamo più avversario e non più pericoloso del cittadino rassegnato o consenziente alla devastazione del territorio, o del camionista che trasporta carichi velenosi per un tozzo di pane... Nostra avversaria è la rassegnazione – vestita o meno con una divisa – e la nostra rivoluzione culturale e morale è precisamente la lotta, inevitabilmente lenta, forse infinita, contro questa rassegnazione. E pure nell'immediato che già compromette il futuro, c'è il danno tangibile provocato dai nemici sopra citati, la guerra che hanno dichiarato alle persone, al territorio e al futuro, la necessità di nostre proposte e risposte ora. Una denuncia penale e il venire portati via non sono i rischi peggiori per nessuno in questa partita...
Non c'è una alternativa al pensiero unico dominante – quello della massimizzazione del profitto immediato e della società del controllo totale, il tutto a pesante pregiudizio del Futuro. Il mondo è bello finché è vario. Le alternative possibili e sperimentabili sono tante, perché tante sono le persone, le sensibilità, le predisposizioni, le paure. Tantissimi possono e devono essere i percorsi e gli strumenti – secondo le forze e le fragilità di ogni persona – che concorrano a una lunga e lenta rivoluzione culturale e morale che mini le basi stesse dell'attuale pensiero dominante. Sta a tutti noi gestire questo dato di fatto come nostro potenziale punto di forza, o lasciare che venga usato come potenziale debolezza interna di tutta quella società che ancora non vuole rassegnarsi al pensiero unico. A noi tutti la scelta tra costruire percorsi di collaborazione tra le diverse inclinazioni e orientamenti volte alla salvaguardia del territorio e delle generazioni future, e il rassegnarsi ancora ad una presunta incomunicabilità tra le stesse.
INFINE TRE PROPOSTE:
–Un appuntamento ad Urupia domenica 19 ottobre prossimo – giorno della nostra Festa di Fine Vendemmia – con tutte le realtà in lotta contro il III lotto, per chiarire apertamente le reciproche differenze ed elaborare strategie di lotta ora che il gioco si fa ancora più pesante e pericoloso;
–Una Campagna di boicottaggio da promuovere presso le Cittadinanze, di tutto quanto sponsorizzato o comunque finanziato da Ecolevante sul territorio (ad esempio invitare a non andare alle partite di calcio del Grottaglie);
–Una Campagna di non-partecipazione da promuovere presso artisti di strada o operatori culturali in genere, alle iniziative organizzate e finanziate dal Comune di Grottaglie (specie sotto le feste principali).
La Comune Urupia
c.da Cistonaro/c.da Petrosa
Francavilla F.na (BR) 24 Settembre 2008
.............................................................................................................
dal comitato Vigiliamo per la discarica - Grottaglie
a La Comune Urupia – Francavilla Fontana
In riferimento al documento che abbiamo ricevuto il 24 scorso, rispondiamo con questa lettera, che potrete rendere pubblica se lo riterrete opportuno.
Prima di tutto prendiamo atto che è la prima volta che persone che si riconoscono essere parte del Presidio permanente No discariche (“Noi come Urupia siamo parte di questa seconda anima”) esprimono per iscritto verso il comitato “Vigiliamo per la discarica” non calunnie, diffamazioni e offese – più volte apparse in blog e comunicati - ma riconoscimenti oggettivi sul ruolo che il Comitato ha svolto e sta svolgendo.
E, contemporaneamente, il Comitato riconosce che il Presidio, in alcune sue manifestazioni alle quali “Vigiliamo per la discarica” ha partecipato convintamente anche sotto il profilo organizzativo, ha avuto una indubbia capacità di mobilitarsi e mobilitare con cortei e raduni.
Il Comitato, come peraltro evidenziato nella garbata lettera di Urupia, rimarrà in tutte le sue iniziative rigorosamente entro i confini del rispetto della legge e inoltre continuerà ad impegnarsi sia perché le norme europee in materia di rifiuti siano applicate anche in Italia, sia contro il cosiddetto III lotto e l’altrettanto abnorme ampliamento della discarica di Fragagnano, oltre che per i controlli sul I e II lotto e, in generale, per il più ampio problema della gestione dei rifiuti, speciali e non.
Nella convinzione che oggi esistano comunque metodi e iniziative per condizionare l'esercizio del potere e della funzione. Per esempio, la legge regionale di iniziativa popolare, citata da Urupia nel suo documento, non solo è un grande risultato di democrazia, ma è la prova inequivocabile che è certamente possibile, nel più assoluto rispetto della legge, non solo condizionare positivamente le istituzioni – hanno deliberato in favore della legge anche 2 Province e 7 Comuni - ma anche sensibilizzare i cittadini che in oltre 16.000 nell’intera regione hanno apposto la loro firma consapevole.
Durante questi anni, l'azione del comitato “Vigiliamo per la discarica” ha messo chiaramente in evidenza la colpevole responsabilità di chi ha utilizzato strumentalmente le istituzioni e il potere amministrativo per consentire questo disastro. Non solo Bagnardi e, prima di lui, Vinci, ma anche Florido e, soprattutto, Vendola e Losappio che, avendo rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale sia per il III lotto che per la discarica di Fragagnano - AIA senza la quale queste due ulteriori discariche non sarebbero mai entrate in esercizio – hanno nei fatti proseguito nella dissennata pessima politica di Fitto che, in qualità di commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, ha cominciato a riempire di discariche la provincia di Taranto cedendola in pratica al business dei rifiuti. E, nello stesso tempo, il Comitato ha fatto emergere a livello locale, provinciale e regionale il problema dell’abnorme e gravissimo proliferare di discariche per rifiuti speciali, iniziato fin dalla prima metà degli anni ’90 come via via abbiamo scoperto, e sul quale gravava il colpevole silenzio non solo delle varie amministrazioni, ma anche dei mezzi di informazione.
Il Comitato infine, come ha già esposto nel suo ultimo comunicato, ritiene ora più che mai estremamente urgente focalizzare l’attenzione, oltre che sul cosiddetto III lotto, anche sulla discarica di Fragagnano, e sul I e II lotto della discarica di Grottaglie che, seppure in fase di evidente e comprovato esaurimento, con l’ultima autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione, hanno ottenuto di restare in esercizio fino al 2016!
La presente vale anche come contributo all’incontro da voi programmato in occasione della Festa di fine vendemmia alla quale auguriamo ottima e proficua riuscita.
*** *** ***