RIFIUTI : aggiornamento al 19 febbraio
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19/02/2009 Rifiuti: la nuova disciplina europea
In commissione speciale l’audizione di Arrr sulla direttiva comunitaria 2008/98/CE a cui tutti gli Stati membri dovranno conformarsi entro il 12 dicembre 2010. Marcheschi: “Necessario recepire velocemente i cambiamenti introdotti e allargare il dibattito alla migliore pratica possibile per la nostra regione”
Firenze – Sarà l’unica direttiva quadro in materia di rifiuti e se non rappresenterà una vera e propria rivoluzione, porterà cambiamenti in materia di gestione e organizzazione del ciclo. La nuova disciplina comunitaria 2008/98/CE, entrata in vigore nel dicembre scorso e alla quale tutti gli stati membri dovranno conformarsi entro il 12 dicembre 2010, è stata l’unico punto all’ordine del giorno della seduta di mercoledì 18 febbraio dalla commissione speciale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani presieduta da Paolo Marcheschi (Fi-Pdl). Un punto inserito volutamente dal presidente Marcheschi per “comprendere appieno cambiamenti, disposizioni e nuove definizioni di una direttiva che dovremo recepire velocemente”. Secondo il presidente, la direttiva “definendo la gerarchia del sistema, impone prospettive nuove cui gli Ato (Ambiti territoriali ottimali) e i piani industriali dovranno adeguarsi”. “Per raggiungere gli obbiettivi di riciclo di materia – ha continuato Marcheschi – occorrerà probabilmente rivedere la raccolta col sistema multimateriale e investire solo su quella raccolta differenziata in grado di produrre materiale che abbia un mercato”. L'Europa non detta infatti indicazioni sulla raccolta differenziata, se e come farla, che per il presidente della commissione rimane “indubbiamente il sistema più facile per raggiungere gli obbiettivi di riciclo previsti”. “Se da un lato viene introdotto chiaramente il recupero di energia, oltre che di materia, anche per il settore economico industriale la nuova direttiva prevede grandi responsabilità che dovranno modificare il sistema produttivo di molte aziende. In una Toscana a rischio sostenibilità – ha rilevato il presidente – la questione dei rifiuti rimane un punto centrale e di assoluta attualità nell’agenda politico-istituzionale. È necessario continuare a spingere per colmare il deficit impiantistico e insieme recepire e calare nel nostro contesto regionale le novità comunitarie”.
E sui contenuti, le norme, le definizioni innovative e l’ordine individuato nella nuova disciplina, è stata ascoltata la responsabile della normativa rifiuti in Arrr (Agenzia regionale recupero risorse) Lucy Tartaglia. “La direttiva comunitaria enuncia principi già contenuti nel Dlgs 152/2006 (Norme in materia ambientale ndr), tuttavia dovrà essere attuata ex novo perché le novità sono molte e tutte adottate per ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti”. “In primis – ha spiegato Tartaglia – si distingue cosa è rifiuto e cosa non lo è. In questo senso sono state introdotte le definizioni di sottoprodotto e di materia prima seconda”. Definizioni peraltro già conosciute nell’ordinamento italiano ma che l’Europa, con il nuovo testo, norma per la prima volta. In tema di novità, la responsabile ha quindi evidenziato che un’altra “pratica mai regolata a livello comunitario e introdotta in direttiva, è quella della raccolta differenziata che se in Italia, attraverso il Decreto Ronchi prima e il Dlgs 152 poi, risponde a criteri molto più restrittivi, a livello europeo viene intesa come facilitazione al trattamento”. In pratica, l’Europa “non parla di percentuali di raccolta da raggiungere, ma di obiettivi da marcare”. Continuando nella lettura critica del testo, le novità continuano con la “preparazione al recupero” e il “riciclaggio”. “In questo senso – ha spiegato Tartaglia – la disciplina stabilisce una chiara distinzione fra le operazioni di recupero e di smaltimento, mentre distingue tra prevenzione quantitativa e qualitativa. Afferma cioè la responsabilità del produttore differenziandolo da commerciante e intermediario e innovando la gerarchia dei rifiuti”. Una classifica quindi non più vincolante perché possono essere adottate misure volte a incoraggiare le possibilità che danno il miglior risultato ambientale complessivo. “Quindi – ha continuato la responsabile – una corretta gestione dei rifiuti passa attraverso politiche di prevenzione, recupero di materia sopraordinato a quello di energia e, in ultimo, smaltimento”. “Una buona pratica che nella definizione di riciclaggio, include il ritrattamento di materiale organico, ma non il recupero di energia”. Spiegate anche le scadenze da rispettare: oltre a quella del recepimento del 12 dicembre 2010, altra data importante è il 2020. Entro questo termine, gli obiettivi da raggiungere sono chiari: aumento del riciclaggio dei rifiuti urbani (elencati come metalli, carta, vetro e plastica) per almeno il 50 per cento in peso, e la soglia di almeno il 70 per cento per il recupero dei rifiuti da demolizione. Nel corso della seduta, sono intervenuti il vicepresidente della commissione Ardelio Pellegrinotti (Pd), i consiglieri Andrea Agresti (An-Pdl) e Bruna Giovannini (Sd). (f.cio)
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http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=18107
19/02/2009 Rifiuti e Bonifiche
L´Ue richiama nuovamente l´Italia per gli appalti dei rifiuti siciliani
BRUXELLES. La Commissione europea ha chiesto all´Italia di conformarsi immediatamente a due sentenze della Corte di giustizia europea che riguardano una le concessioni per le corse ippiche e l´altra l´aggiudicazione dei servizi per il trattamento dei rifiuti urbani in Sicilia. Le richieste sono fatte sotto forma di "parere motivato": se l´Italia non si adeguerà entro due mesi la commissione potrà portare la questione davanti alla Corte di giustizia per chiedere questa volta un´ammendo forfettaria o una pena all´Italia. La Commissione europea spiega che «Nella sua sentenza del 18 luglio 2007 (processo C-382/05, Commissione/Italia), la Corte di giustizia delle Comunità europee ha giudicato che l´Italia aveva violato la direttiva 92/50/CEE del Consiglio riguardante il coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi, perché ha chiuso gli appalti pubblici in materia di uso dei rifiuti urbani prodotti nei comuni della regione, senza aver applicato le procedure previste da tale direttiva e, in particolare, senza pubblicare l´avviso nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea». Il richiamo arriva proprio mentre la gestione dei rifiuti è nuovamente nel caos a Palermo e in altre province siciliane. Gli atti esaminati dalla Corte, conclusi nel 2003, riguardano servizi essenziali per il trattamento dei rifiuti. L´Italia ritiene che per evitare qualsiasi interruzione del servizio, le amministrazioni aggiudicatrici non possono annullare i contratti in questione, senza aver prima avviato un processo di gara e aggiudicato un nuovo contratto.
«In tali circostanze, la Commissione ritiene che la creazione di una nuova procedura di gara per tali contratti, in conformità con la normativa comunitaria sugli appalti pubblici, sarebbe un provvedimento adeguato per eseguire la sentenza – spiega la nota Ue – Tuttavia più di un anno e mezzo dopo il pronunciamento della sentenza, gli appalti esaminati dalla Corte non sono stati fatti oggetto di una nuova procedura di gara. La Commissione considera questo ritardo incompatibile con gli obblighi incombenti agli Stati membri a titolo dell´articolo 228 del trattato CE».
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http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2009/02/19/ortolani-chiaiano-fuori-legge/
“Chiaiano fuori legge” dice Franco Ortolani Ordinario di Geologia Università di Napoli Federico II Lo staff del sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania Bertolaso ha diramato una velina nella quale si rende noto che nella notte tra il 16 e 17 c.m. è stato effettuato il primo sversamento di rifiuti e che l’apertura della struttura è avvenuta dopo i lavori di bonifica che hanno interessato l’area dove erano stati trovati residui di lavorazioni edilizie contenenti frammenti di amianto; gli sversamenti sono continuati anche nella notte tra il 17 e 18 c.m. La velina dice la verità? Sicuramente sono stati accumulati rifiuti coperti con terreno.La web cam evidenzia che tra i rifiuti vi sono materiali di grosse dimensioni, non identificabili, sicuramente non classificabili rifiuti solidi urbani. Chi controlla e certifica il tipo e pericolosità dei rifiuti? Alcuni autoreni carichi andavano a scaricare materiale fuori quadro. Perché? La velina non dice il vero circa la “bonifica”: avere asportato la parte superiore dei rifiuti con amianto non significa avere bonificato l’area dai materiali pericolosi. Vi sono migliaia di metri cubi di materiali sversati in passato nell’area interessata dalla realizzazione delle opere accessorie alla discarica: non sono stati caratterizzati e tra di essi vi potrebbero essere altri materiali pericolosi.Il terreno sul quale è stato appoggiato il materiale con amianto, costituito da alcune decine di metri di riempimento abusivo di una cava di tufo adiacente a quella del Poligono, non è stato disinquinato. Deve essere chiaro che la struttura sottosegretariale non gode di alcuna fiducia e le veline non certificano che i rifiuti pericolosi siano stati veramente asportati e portati in discarica autorizzata.Veniamo ai fatti certi, documentati e verificabili! Durante il sopralluogo eseguito il 6 febbraio scorso nell’area della discarica con gli europarlamentari Frassoni e Aita si è potuto constatare e documentare fotograficamente come sia stata realizzata la discarica nella Cava del Poligono. Si è constatato che la cava continua ad essere a rischio idrogeologico per allagamento e per frane come già individuato dal Piano Stralcio del Rischio Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Regionale Campania nordoccidentale che non ha rilasciato il proprio parere al progetto nella Conferenza dei Servizi del 9 agosto 2008.Non sono stati realizzati i pozzi spia attorno alla discarica per verificare l’attuale qualità delle acque di falda e per monitorare la presenza di futuri inquinanti come stabilito da progetto e legge vigente. La così detta messa in sicurezza delle pareti di cava per evitare frane di sedimenti sciolti si è rivelata inadeguata come evidenziato dal dissesto verificatosi il 21 gennaio 2009 e dal precedente avvenuto nella prima metà di dicembre 2008. Anche la così detta messa in sicurezza per evitare crolli di masse di tufo è inadeguata perché basata su dati palesemente sbagliati circa l’instabilità degli ammassi rocciosi.Il piazzale di cava, nonostante il pompaggio, è in gran parte allagato e l’acqua, ricoperta da schiuma che indica un inquinamento chimico, si infiltra nel sottosuolo provocando l’inquinamento della falda. I movimenti di terra sono stati effettuati senza protezione contro il dilavamento e la conseguente invasione di detriti della Cupa del Cane e del sottostante abitato di Marano.
Le opere accessorie alla discarica sono state realizzate su materiali, non caratterizzati e che potrebbero contenere rifiuti pericolosi, riportati abusivamente nelle cave abbandonate con spessori di circa 20 m. L’argilla che deve garantire l’isolamento della vasca, nella quale sono stati accumulati i primi rifiuti non selezionati e differenziati raccolti nelle aree urbane ma che in pratica sono da considerare più rifiuti speciali e pericolosi che rifiuti urbani, è di infima qualità in quanto contiene detriti a spigoli vivi; inoltre è stata accumulata in difformità alle prescrizioni di legge in quanto non è stata compattata e rullata in modo da ottenere una uniforme e garantita impermeabilità. Ciò è premessa per l’inquinamento della falda. Il telo, sovrastante l’argilla “fuori legge”, è risultato strappato visibilmente in molti punti. Su questo telo sono stati accumulati detriti calcarei di grosse dimensioni e a spigoli vivi in difformità a quanto prescritto dalla legge. Questi detriti sono “fuori legge” e rappresentano sicure premesse di lacerazione del telo impermeabile che sarà sottoposto al carico di oltre 50 metri di rifiuti; devono essere rimossi e sostituiti con ghiaia arrotondata di dimensioni idonee a non lacerare il telo. La struttura che deve garantire l’isolamento dei rifiuti e del percolato è “fuori legge” e deve essere rifatta. Quanto rilevato in loco ha evidenziato che non vi è sicurezza ambientale nell’area dei lavori e che la discarica invece di essere attivata doveva essere assolutamente rifatta in gran parte.Dopo il 6 febbraio non sono stati eseguiti lavori per eliminare i reati commessi nella realizzazione della vasca. L’impianto attivato dal Capo della Protezione Civile Nazionale alle prime ore del 17 febbraio 2009 è una discarica “fuori legge” che può garantire solo l’inquinamento ambientale, del sottosuolo e della falda. Le prove fotografiche evidenziano inoppugnabilmente il dissesto ambientale della discarica e sottolineano che la sua attivazione nelle condizioni attuali rappresenta un attentato all’ambiente e può solo provocare un disastro ambientale.Dopo tanti rinvii provocati da una non adeguata progettazione e dalla palese assenza di una valida direzione lavori, Bertolaso ha aperto la discarica che non è idonea a garantire quanto dichiarato nel progetto e dal Generale Giannini, cioè che i lavori e la discarica migliorano le condizioni ambientali. Resta da capire come mai il Capo della Protezione Civile Nazionale e L’Esercito Italiano si siano prestati a “coprire” lavori troppo costosi per realizzare una discarica “fuori legge”. Certo è che tutti i denari pubblici spesi non giustificano l’apertura di una struttura palesemente “fuori legge”; si è speso troppo per preparare un aggravamento del disastro ambientale. Tutti possono verificare che la vasca è “fuori legge”.Visto che era stata presa la decisione (sbagliata) politico-amministrativa senza alcun supporto tecnicoscientifico di realizzare la discarica in un’area protetta e non idonea ambientalmente, urbanisticamente e geologicamente, ma perché non è stata realizzata in maniera perfetta garantendo l’isolamento di rifiuti e percolato come prescrivono leggi comunitarie nazionali non derogabili con i poteri speciali dal momento che l’inquinamento può danneggiare la salute dei cittadini? Chi tutela e difende i cittadini da questi nuovi reati ambientali? Fin dal 1994 Legambiente Campania e numerose denunce avevano evidenziato gli eco crimini commessi dai malavitosi; e anche ora, nonostante le documentate denunce, nessuno vedrà o sentirà? E nel frattempo aumentano le gravi malattie incurabili connesse agli sversamenti di rifiuti, anche a Marano, come evidenziato dalla recente ricerca sul Mesotelioma pleurico fatta da medici del Monaldi, struttura ospedaliera ubicata sulla Collina dei Camaldoli a poche centinaia di metri da cave nelle quali sono stati accumulati abusivamente milioni di metri cubi di materiali di natura ignota.E proprio il Capo della Protezione Civile Nazionale invece di risanare il disastro lo aggrava aprendo una nuova discarica “fuori legge”.Per scaricare la relazione in formato PDF, clicca qui:
http://www.canale9.eu/img_rifiuti/Chiaiano%20il%20capo%20della%20protezione%20civile%20apre%20la%20discarica%20_con%20immagini_.pdf
Per scaricare la relazione in formato WORD, clicca qui:
http://www.retecivicanapoli.org/elgg/retecivica/files/-1/1015/Chiaiano+il+capo+della+protezione+civile+apre+la+discarica+_con+immagini_.pdf
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http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2009/02/18/marcegaglia-rifiuti-logica-interessante/
Marcegaglia: “Rifiuti, logica interessante”
Nell’ambito di un incontro con la stampa, promosso dall’Associazione industriale di Foggia, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, nella sala giunta “Fantini” di Confindustria, ha trattato della questione dello sviluppo industriale nel Mezzogiorno. Concludendo con un passaggio, breve ma molto significativo, sull’attenzione delle imprese alla questione rifiuti.Accesso al credito ed infrastrutture. Queste le parole chiave per contrastare la crisi internazionale il cui dato più rilevante è la totale incertezza, anche sulla perdita di posti di lavoro che inevitabilmente ci sarà. A dichiararlo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in tarda mattinata durante un incontro con i giornalisti, svoltosi dopo una riunione con gli imprenditori della provincia di Foggia. “Nel Mezzogiorno il gap di sviluppo rispetto al Nord non si chiude come avviene in altri Paesi, ma si allarga, ha dichiarato la Marcegaglia. Secondo il nostro Comitato per il Mezzogiorno è di 42 punti in percentuale di Pil pro capite la differenza tra Centro-Nord e Centro-Sud, ma ci sono anche segnali positivi. Ad esempio in Puglia le piccole e medie imprese si sono sviluppate di più rispetto al Nord, le imprese medio-grandi del Mezzogiorno e della Puglia hanno un tasso di redditività in linea con il Centro-Nord e il tasso di internazionalizzazione, pur essendo ancora basso, sta comunque crescendo. In provincia di Foggia ad esempio ci sono richieste di insediamento di 128 aziende, un dato in controtendenza‘. Sul gap fra Nord e Sud, Marcegaglia ha poi aggiunto che il problema c´è e le responsabilità vengono da lontano, ma per superarlo non bisogna ad esempio sperperare i fondi strutturali 2007-2013 che vanno investiti in ricerca, credito di imposta sugli investimenti e in piccole e medie infrastrutture. Per il leader di Confindustria è assolutamente necessario che il Governo italiano, come sta accadendo in tutti i Paesi europei, sostenga l’economia stanziando quei cinque miliardi previsti. ‘Lo faccia subito e in modo cash altrimenti il sistema delle imprese si bloccherà, ovunque ma soprattutto al Sud. La Puglia è la regione in cui il nostro gruppo ha investito di più, conclude Emma Marcegaglia. Per esempio siamo molto soddisfatti degli investimenti di Pugnochiuso, pari a 15 milioni di euro ai quali si aggiungeranno quelli già pronti per la riqualificazione. La nostra attenzione è ferma anche sul mondo dei rifiuti, la cui logica è davvero molto interessante“. (Marzia Campagna, teleradioerre.it)
LEGGI ANCHE:Modugno (BA), sequestrato il termovalorizzatore di Eco energia Srl (Gruppo Marcegaglia)
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2008/10/07/modugno-ba-sequestrato-il-termovalorizzatore-di-eco-energia-srl-gruppo-marcegaglia/
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http://www.pupia.tv/caserta/politica/2089/smaltimento-rifiuti-cementifici-critiche-polverino.html
CASERTA. “Bassolino e De Franciscis hanno deciso. I cementifici bruceranno i rifiuti, che avranno un impatto devastante sull’ambiente."
La loro sciagurata volontà contrasta con le dichiarazioni rese dall’Assessore provinciale Lucia Esposito, che, inconsapevole della strategia studiata ad arte, e di questo ne sono convinto, ha voluto evidenziare le conseguenze cui andremo incontro. La rovina ambientale ed il danno alla salute umana ed al territorio, già martoriato per le note vicende, saranno enormi. Mi dispiace per lei, ma certe decisioni ci sovrastano e le dobbiamo subire per questioni legate alla forza dei potentati della politica della sinistra. Non le rimane che unirsi a noi, a chi sceglie di stare per il territorio e dalla parte del futuro dei nostri figli. Per queste problematiche deve decidere la coscienza e non l’appartenenza politica”. E’ il consigliere regionale di An, Angelo Polverino ad intervenire sulla delicata questione dello smaltimento dei rifiuti nei cementifici e sulle assicurazioni della Esposito circa l’autorizzazione rilasciata dalla Cementir alla Provincia e poi sospesa.“Probabilmente, continua, è questo che tranquillizza l’assessore. La verità è un’altra. Non c’è la revoca, il che significa che l’atto non è stato ritirato, in questo caso per sopravvenuti motivi di pubblico interesse. A rafforzare questo convincimento è il fatto che l’assessore regionale all’Ambiente, Ganapini, non ha ancora risposto alla mia interrogazione sulla riconversione dei cementifici in inceneritori. Questo accadeva ai primi di dicembre. Il disegno ora è chiaro e porta a concludere che è già stato tutto deciso. Il potere della sinistra è tale da fare annullare la legge regionale sulle attività estrattive, in cui era stato posto il divieto di estrazione a Caserta. E dire che la legge è stata votata anche da loro e adesso si capisce il perché. Da una parte approvano e dall’altra bloccano, per sfuggire al giudizio della gente. La gente ha capito che la sinistra, così facendo, può giocare con due mazzi di carte. Se si fermerà l’estrazione, partono gli inceneritori. E’ così che si accontentano gli amici. Quegli amici che sono sempre presenti nell’esaudire le richieste del politico che ha bisogno di posti di lavoro o di un sostegno per affrontare la campagna elettorale. Faccio fatica a dirlo, ma è la verità. Un’amara verità che ci costa morti per cancro ed il saccheggio del territorio. Ancora una volta De Franciscis ha ingannato i casertani con un marchingegno chiamato recupero, che in sostanza significa incenerire nei cementifici obsoleti un combustibile da rifiuto mai prodotto in Campania”.
Smaltimento rifiuti nei cementifici, critiche di Polverino (An)
di Redazione del 18/02/2009 in Politica - Letto 28 volte - Voto: 0 / 5
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http://www.manduriaoggi.it/notizia.asp?idnews=91
SAVA - Maggi critica il Consorzio Ato Rifiuti Ta 3 - 16/02/2009 16.30.19
Il sindaco: «Hanno varato il progetto integrato senza consultare i comuni»
«Gli ATO sono solo dei grandi carrozzoni».Il sindaco di Sava, ing. Aldo Maggi, ha marchiato, senza possibilità di appello, gli Ambiti Territoriali Ottimali in generale, mentre, nell'ultima seduta del Consiglio Comunale, si discuteva del progetto integrato per la raccolta dei rifiuti, approntato dal Consorzio Ato Ta 3, ormai prossimo all'approvazione (dovrebbe aver luogo nei primi giorni di marzo). “Stuzzicato” dalle forze di opposizione, che hanno chiesto il parere del sindaco sul tema in fase di presentazione delle interrogazioni, Maggi non ha lesinato critiche vero il progetto integrato dell'ambito Ta 3.«Innanzitutto vorrei far notare come Sava, uno dei comuni più grossi del consorzio, non ha il proprio rappresentante all'interno dell'esecutivo del Consorzio Ato Ta » sono state le prime parole del primo cittadino savese. «Il nostro comune, pertanto, viene a conoscenza degli atti e dei progetti del consorzio quando sono stati già approntati. Così come è successo con il progetto integrato. Non possiamo accettare che si approvi un progetto così importante e oneroso per tutti i comuni senza che ci sia stata una dettagliata discussione preventiva. Ho sempre contestato gli atti del Consorzio Ato e continuerò a farlo. Anche perché non crediamo che oggi il Consorzio Ato Ta 3 possa riuscire ad appaltare un progetto così complesso. A mio avviso è più saggio che ogni comune possa provvedere per proprio conto a elaborare e appaltare il progetto per la raccolta dei rifiuti, tenendo conto delle esigenze della comunità amministrata». Pur facendo parte a tutti gli effetti del Consorzio Ato Ta 3, Sava, quindi, ambisce a ritrovare la propria autonomia. Non solo a parole... «A gennaio abbiamo conferito un incarico ad un tecnico esperto della materia per comprendere bene come stanno le cose» ha ancora dichiarato Aldo Maggi, che però non ha poi ben spiegato la finalità dell’incarico. Forse Sava vuol realizzare un progetto autonomo in proprio? Un dubbio simile è balenato anche nella mente di uno dei consiglieri del PdL, l'avv. Dario Iaia. «A cosa serve quest'incarico conferito ad un tecnico» ha affermato l'avv. Iaia. «Il sindaco ha lasciato intendere che intende far realizzare un progetto alternativo per la raccolta dei rifiuti. Una cosa assurda: il Consorzio Ato Ta 3 ha già pronto il proprio progetto, che presto sarà approvato. O si segue una strada, quindi, o l'altra. Io credo che quest'incarico, pur con tutto il rispetto verso la professionalità del tecnico coinvolto, possa trasformarsi solo in uno spreco di denaro pubblico». ------------------
RIFIUTI E DISCARICHE UNA BATTAGLIA APERTA
http://www.ilfaroonline.it/fiumicino.php?id=379 ............................
http://www.tarantosera.com/DettaglioNews.asp?idN=6753 domenica 15 febbraio 2009
Rifiuti stoccati nel siderurgico - Maxi sequestro della Finanza
TARANTO - Cinquantamila tonnellate di rifiuti speciali erano stoccati all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto. La scoperta è stata fatta dai militari della Guardia di Finanza del comando provinciale che mercoledì pomeriggio hanno fatto scattare la maxi operazione culminata nel sequestro dell’area in cui erano depositati i rifiuti. I sigilli, su provvedimento del pubblico ministero Pietro Argentino, sono stati apposti su trenta¬cinquemi¬la tonnellate di traversine ferroviarie e su quindicimi¬la tonnellate di copertoni usati. Le traversine sono il residuo della vecchia strada ferrata interna allo stabilimento e sono ritenute pericolose in quanto conterrebbero creosoto, sostanza cancerogenza. Sotto chiave ad opera dei finanzieri anche numerosi mezzi industriali che secondo i militari venivano utilizzati per movimentare le tonnellate di rifiuti speciali. I sigilli decretati dal pm Pietro Argentino sono scattati al termine di una lunga e certosina attività di controlli che sono stati condotti dalle Fiamme Gialle in collaborazione con i tecnici dell’Arpa Puglia e del Cnr. Dopo il sequestro l’Ilva ha diffuso una nota stampa con la quale, oltre a ribadire la fiducia negli inqui¬renti, precisa che il materiale al centro della vicenda era impiegato in un processo di lavorazione per verificare l’esistenza di parti ancora utilizzabili. Fatto sta che la procura, invece, sospetta che quei rifiuti fossero al centro di un traffico con la Svezia. Un sospetto che ora andrà verificato nello sviluppo dell’inchiesta nella quale al momento figura indagato solo il direttore dello stabilimento, l’ingegnere Luigi Capogrosso.
L'IRA DI BERTOLASO Polemica sull’infrazione Ue
http://www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=6401
Rifiuti, l’ira di Bertolaso «Ganapini rema contro» Polemica sull’infrazione Ue. L’assessore: colpa del decreto di Daniela De Crescenzo Il Mattino
Ganapini si dice preoccupato per le procedure d’infrazione Ue sui rifiuti e Bertolaso replica piccato: «Le indagini sono stati aperte in passato e non riguardano le cose che stiamo facendo. C’è qualcuno che rema contro anche nel governo della Regione». Un botta e risposta duro, che ha avuto come scenario il corso di formazione e aggiornamento sull’ambiente che si è svolto ieri nella sede del Tar Campania. L’assessore Ganapini, intervenendo nel dibattito, si è detto «molto preoccupato» in merito alla procedura d’infrazione ancora aperta dall’Ue nei confronti dell’Italia e poi ha rivelato, parlando con i giornalisti, che l’Unione europea in una lettera formalizzata circa un mese fa chiede «numerose spiegazioni in merito al decreto legge 90». Altre spiegazioni, secondo l’assessore, sono state chieste in merito all’apertura di tre discariche in aree protette. Per Ganapini bisogna scongiurare il rischio che nelle more della procedura di infrazione siano bloccati i fondi Por. «Noi stiamo lavorando d’intesa con tutte le istituzioni - ha sottolineato l’assessore - e certamente stiamo lavorando con il timone rivolto verso l’Europa». Ma a stretto giro è arrivata la replica del sottosegretario Guido Bertolaso: «La procedura d’infrazione dell’Europa non è contro il decreto legge 90, ma è per la situazione creatasi precedentemente. L’unico a essere preoccupato sono io, soprattutto quando sento dichiarazioni inesatte. Vuol dire che c’è qualcuno che rema contro anche nella compagine governativa di questa Regione». Il sottosegretario ha sottolineato che la Regione a suo tempo si era espressa a favore dal piano presentato dal governo con il decreto ’90 poi convertito in legge. Poi Bertolaso è passato al contrattacco. A chi gli ricordava che stanno per scadere i dieci giorni annunciati venerdì scorso per l’apertura della discarica di Chiaiano, ha replicato: «Non usiamo il cronometro sull’apertura della discarica di Chiaiano o sul termovalorizzatore di Acerra. Dopo quindici anni di emergenza mi sembra assurdo che qualcuno conti i minuti. Del resto la cosa non mi preoccupa affatto perché la spazzatura non c’è più per le strade. Ed è questo quello che conta. Noi stiamo lavorando per fare in modo che l’emergenza sia definitivamente alle nostre spalle anche se non apriamo Chiaiano o Acerra domani mattina». Molte difficoltà sono nate nelle scorse settimane per l’impossibilità di trovare ditte che garantissero i requisiti e le competenze necessarie per lavorare con gli enti pubblici. E infatti è stato sospeso l’appalto per la discarica di Terzigno. «Appalteremo direttamente i lavori a una ditta del Nord», ha ribadito Bertolaso che ha poi ringraziato le forze dell’ordine, la magistratura e le prefetture che hanno collaborato al lavoro di censimento delle imprese. All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che ha annunciato: «L’appalto per la costruzione del termovalorizzatore di Salerno sarà pronto entro la fine di marzo». Il primo cittadino si è poi detto contrario al piano regionale che prevede società provinciali per la gestione del ciclo dei rifiuti. «Quelle competenze - ha sottolineato - devono restare ai Comuni». Dal Mondo 14/02/2009
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RIFIUTI ZERO Attualità - Settimo Rottaro - 14/02/2009
http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=41794
“Rifiuti zero”: Settimo Rottaro ci prova A cura di Federico Bona
C’è anche il Comune di Settimo Rottaro, in questi giorni a Melpignano, in Puglia, dove si sta svolgendo il meeting “Un'altra Italia c’è: il governo del fare”: tre giorni (da ieri fino a domani) di dibattiti, incontri, e manifestazioni dedicati ai temi del risparmio energetico e della strategia “Rifiuti Zero”.Organizzato dall’Associazione Comuni Virtuosi, l’evento vuole portare a conoscenza dell’opinione pubblica esempi concreti dell’attività svolta da amministrazioni locali ed aziende in difesa dell’ambiente e per il miglioramento della qualità della vita. L’incontro di Melpignano ha preso il via ieri, venerdì 13, per sottolineare l’adesione all’iniziativa “M’Illumino di Meno – Giornata del risparmio energetico” organizzata dalla trasmissione radiofonica di Radio2 Caterpillar con il patrocinio del Parlamento Europeo.In occasione della giornata, il comitato direttivo dell’Associazione Comuni Virtuosi si è riunito per un’assemblea a lume di candela.«Durante l'intensa tre giorni di Melpignano – spiegano gli organizzatori - verranno dati voce e spazio agli importanti temi che condizioneranno il futuro di tutti noi e sui quali abbiamo la possibilità e la responsabilità di intervenire. “Dialoghi virtuosi” sarà così occasione per un convegno internazionale dedicato alla strategia “Rifiuti Zero” che, presentato dal giornalista Sandro Ruotolo, vedrà la partecipazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e del presidente del Movimento per la Decrescita Felice Maurizio Pallante, oltre che l'intervento telefonico di Beppe Grillo». Da evidenziare, infine, il luogo scelto per ospitare “Dialoghi virtuosi”: Melpignano è uno dei comuni fondatori dell’associazione. Situato in quel Sud recentemente protagonista di scandali legati in particolare ai rifiuti di Napoli e alle difficoltà di smaltimento delle discariche del Salentino, la scelta di questo centro, in provincia di Lecce, vuole infatti lanciare un messaggio forte e positivo, in contrasto con le vicende di cronaca che hanno condizionato negativamente l’immagine del Mezzogiorno.
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ENNA PROPOSTE DEI CITTADINI SUI RIFIUTI
http://www.vivienna.it/notizie/notizia.php?id_news=28072&titolo=Rifiuti/Enna.%20Proposte%20dei%20Comitati%20dei%20cittadini
Rifiuti/Enna. Proposte dei Comitati dei cittadini
Enna. Ritornano con la seguente nota stampa i Comitati Cittadini di Aidone, Barrafranca, Catenanuova, Cerami, Leonforte, Regalbuto, Troina e Valguarnera, alla luce delle motivazioni relative alla sentenza del C.G.A. di Palermo che ha dichiarato illegittime le tariffe 2006 e 2007 ed illegittimo l’affidamento a Sicilia Ambiente, hanno iniziato una serie di incontri con diversi Sindaci dei Comuni ennesi, per tentare di trovare una proposta che da un lato rispetti la sentenza e dall’altro assicuri il servizio."Nodo della questione è il riaffidamento o meno del servizio a Sicilia Ambiente. Su questo tema, il tavolo tecnico istituito dal Presidente della Provincia e che noi contestiamo (inopportuno, senza funzioni assegnate e poco rappresentativo della nuova protesta organizzata rappresentata dai Comitati Cittadini) aveva già deciso per il riaffidamento. Non abbiamo compreso in tal senso la posizione di Assoutenti che ieri ha presentato il ricorso contro l’affidamento ed oggi è favorevole al riaffidamento (era solo un problema politico?). La proposta non è andata in porto solo perché lo stesso giorno in cui l’assemblea doveva decidere, sono state depositate le motivazioni della sentenza del C.G.A.Le decisioni prese dai Sindaci di determinare la tariffa per il 2009 a livello comunale, facendola deliberare ai rispettivi Consigli Comunali, è il primo passo obbligato per l’attuazione della sentenza.Probabilmente le idee non sono chiare circa il modo di determinare la tariffa. Noi riteniamo che i Sindaci debbono avvalersi esclusivamente e tassativamente dei loro uffici, organizzando in autonomia l’espletamento del servizio, determinando le unità lavorative e di conseguenza il costo del servizio stesso. Poiché riteniamo che gli stessi Sindaci dovranno provvedere ad emettere le bollette e nel contempo a riscuoterle, nella determinazione dei costi del servizio non possono essere aggiunti costi generali di gestione, perché il tutto dovrà essere fatto attraverso i propri uffici.Pertanto, a questi tavoli non possono partecipare né i funzionari dell’ATO, né a maggior ragione i funzionari di Sicilia Ambiente, società che, avendo le carte in regola, può partecipare alla eventuale gara di appalto ad evidenza pubblica e di conseguenza non può sedere al tavolo dove eventualmente si fisserà il capitolato di appalto. Ed allora, se eliminiamo i costi generali che incidono di oltre il 20% sul bilancio complessivo del settore rifiuti, se eliminiamo l’iva ed il contributo alla Provincia che incidono del 13% sul costo, se organizziamo la raccolta differenziata porta a porta, riteniamo che il costo del servizio scenderà di parecchio con notevoli e rilevanti risparmi per le famiglie e gli operatori commerciali (i più tartassati dal caro-rifiuti!).Infine, riteniamo che è imprescindibile che il servizio, in attesa della legge regionale di riordino, venga organizzato ed espletato direttamente dal Comune nei modi che riterrà opportuno (in economia o in affidamento a terzi) e per tale motivo il fondo di rotazione è da richiedere con immediatezza e dovrà essere gestito in modo diretto dai Sindaci, in quota proporzionale, per garantire la puntualità nei pagamenti delle spettanze dei lavoratori, dei contributi previdenziali ed assistenziali ed il pagamento dei fornitori.Parecchi Sindaci che abbiamo incontrato in questi giorni, hanno dato un assenso alle nostre proposte e ci auguriamo che nel prosieguo degli incontri con altri amministratori ci sia tanta altra disponibilità. Il tutto e sempre nell’interesse del cittadino!”.
per i comitati cittadini Dr.Carlo Garofalo Inserita il 14/02/2009 alle 12:51:18
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LOSAPPIO visita nuovo impianto Cdr di Manfredonia
http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1444:rifiuti-losappio-visita-nuovo-impianto-cdr-di-manfredonia-&catid=17&Itemid=54
Venerdì 13 Febbraio 2009 10:37
L'assessore Regionale all'Ecologia, Michele Losappio, effettuerà un sopralluogo presso il nuovo impianto di produzione di CDR che servirà l'intera capitanata. L'impianto, volto a trasformare la parte secca degli RSU in ecoballe di CDR da termovalorizzare, utilizzerà il materiale di tutta la provincia di Foggia e si inserisce nel ciclo integrato dei rifiuti che in Capitanata si concluderà entro quest'anno sostituendo le vecchie discariche. Il sopralluogo avverrà alle 12 di lunedì 16 febbraio, presso il cantiere dell'impianto di Manfredonia, in Località Paglia (strada prov.le 80 direzione Manfredonia - vicinanze Borgo Tressanti).
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POGGIARDO: Rifiuti: Non ci resta che piangere!!!
Venerdì 13 Febbraio 2009 21:55
http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1480:poggiardo-rifiuti-non-ci-resta-che-piangere&catid=16&Itemid=57
Poggiardo, Lecce (salento) – “Non ci resta che piangere, cos’altro potremmo dire dopo aver detto tutto ed anche di più, sul tema rifiuti nell’ATO/2, e a dir poco scoraggiante, la presa di posizione odierna di Pellegrino nei confronti di Vendola riportata dalla stampa, riguardante la mancata realizzazione della discarica di servizio a Corigliano.” (Paolo Macculi, Movimento Emergenza Rifiuti) - Sono passati ormai diversi anni, il tema è stato affrontato da tutti, e su tutti i tavoli istituzionali, per giungere alla conclusione che il ciclo dei rifiuti in quest’ambito non solo non si chiuderà, ma addirittura non si è mai aperto.Siamo in piena emergenza questa è l’amara realtà; raccolta differenziata ambito unico appaltata ma non ancora operativa, impianto di biostabilizzazione a regime previsto a Poggiardo, lavori consegnati da pochi mesi con enorme ritardo rispetto al piano Regionale, discarica di servizio prevista a Corigliano, scopriamo solo oggi che nulla è stato realizzato, impianto di cdr previsto a Cavallino non ancora ultimato, e ciliegina sulla torta di cui nessuno parla,individuazione della discarica di soccorso venuta meno nel territorio di Corigliano. Sebbene due sentenze favorevoli, TAR, e Consiglio di Stato, hanno dato torto a Provincia e Regione, passa ancora una volta da Poggiardo, la flebile risoluzione adottata dopo aver subito la vergogna dei rifiuti per le strade, senza il coinvolgimento dei Poggiardesi, con un intervento fantasioso che costa milioni di euro in più, e che saranno addebitati ai soli cittadini ricadenti nell’ambito dell’ATO/2. Spero che gli addetti ai lavori stiano trovando argomenti convincenti, perché tra qualche mese, bisognerà spiegare ai cittadini ad esempio di Poggiardo, che oltre al danno subito delle esalazioni provenienti dall’impianto attualmente chiuso, avranno la beffa di pagare di più per un servizio inesistente. Dovranno spiegarlo agli esercenti di Castro, i quali pur subendo l’immane tragedia di questi giorni, saranno costretti a pagare più di quelli di Ugento, nel qui territorio insiste la discarica di rifiuto “tal quale”, ingenerando inevitabilmente discrasie tra territori dello stesso Grande Salento, con alterazione della concorrenza nel libero mercato. Mi auguro che l’interrogazione sulla tematica, richiesta in queste ore dalla Senatrice Poli Bortone, e rivolta al Ministro dell’ambiente Prestigiacomo, possa imprimere una svolta che porti al coinvolgimento diretto del governo e della Protezione Civile.
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MELPIGNANO (LE)-dialoghi virtuosi 13/02/09
http://puglialive.net/home/news_det.php?nid=18745
Melpignano (Lecce) -TI RIFIUTI DI GIOCARE?!Impegno, valori, serietà e divertimento per i più piccoli a DIALOGHI VIRTUOSI
Grazie all'associazione Il Dado, per la promozione e la diffusione del gioco creativo, sabato 14 febbraio a Melpignano (Le) i bambini potranno divertirsi ed imparare partecipando all'innovativo percorso ludico che l'associazione Il Dado ha sviluppato per loro e per i loro genitori. Giochi di legno e laboratori con materiale di recupero che, attraverso il divertimento, avvicineranno i bambini ai temi dell'ecologia e del rispetto per l'ambiente.Il Ludobus dell'associazione Il Dado Onlus trasforma qualsiasi spazio in una vera e propria ludoteca dove i bambini, ma anche i genitori, partecipano liberamente ai giochi, ai laboratori creativi e alle proposte ludiche offerte.In occasione di DIALOGHI VIRTUOSI, sabato 14 febbraio a Melpignano protagonista sarà "Ti rifiuti di giocare!?", un percorso ludico con giochi di legno costruiti dai bambini, laboratori con materiale di recupero, giocattoli tradizionali realizzati con materiale semplice, giochi con gli elementi naturali: aria, acqua, terra… ma non fuoco!L'associazione Il Dado propone progetti socio educativi attraverso la diffusione del gioco creativo. Offre animazione con attività nella libreria per ragazzi "Il Giardino delle Nuvole" e nella "Verde fattoria dei bambini", per le strade e le piazze con il Ludobus e anche alla radio, attraverso "Orecchio Acerbo", trasmissione radiofonica dedicata ai bambini in onda sulle frequenze di Radio Salentina.
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FARMACI: sono rifiuti speciali, ma gli italiani fanno finta di non capire http://it.notizie.yahoo.com/25/20090213/thl-i-farmaci-sono-rifiuti-speciali-ma-g-bd646f4.html
Ven 13 Feb - 10.20
Pensiero Scientifico" Versione stampabile
Un medicinale non è spazzatura qualunque, paragonabile alla vaschetta mezza vuota di uno stracchino scaduto. Eppure il corretto smaltimento dei farmaci scaduti in Italia è ancora un'utopia: per questo l'associazione di difesa dei consumatori Altroconsumo lancia un appello. Continua a leggere questa notizia
I farmaci sono infatti rifiuti speciali, che non possono essere gettati nell'ambiente come se niente fosse. Perché contengono sostanze attive, in grado di interagire con l'ecosistema. Si calcola che ogni anno le famiglie italiane si disfino di circa un miliardo di compresse: una quantità che può alterare i normali ritmi biologici dell'acqua e del suolo.Questo esercito di pastiglie, creme, fiale e quant'altro dovrebbe finire negli speciali contenitori bianchi posti al di fuori delle farmacie, che servono a raccogliere i farmaci ormai scaduti o non più usati. Sono facili da individuare e non richiedono sforzi particolari: basta ricordarsi di portare con sé le vecchie medicine (dopo avere gettato le scatoline di cartone insieme alla carta da riciclare) in una delle nostre visite alla farmacia. In qualche Comune sono presenti anche nelle piazzole ecologiche.Questo vale per i medicinali usati delle famiglie (che rappresentano il 70-75 per cento della spesa farmaceutica italiana). Quelli scaduti o invenduti lungo la catena produttiva (dai produttori alle farmacie) vengono invece recuperati direttamente lungo la filiera. La loro gestione spetta a Assinde Servizi, una società costituita dalle associazioni di categoria del settore, che serve 16.000 delle 17.000 farmacie esistenti nel nostro paese, 300 distributori e 120 aziende farmaceutiche (che coprono il 96 per cento del fatturato dei medicinali in Italia).Grazie a questo sistema di smaltimento è possibile rintracciare ogni singola confezione, seguendo il suo percorso da quando inizia il processo di smaltimento a quando viene effettivamente distrutta.
Fonte: Non buttarli a caso. Test Salute 77, dicembre 2008. Ufficio stampa Altroconsumo 2009.
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Roma, 7 feb. (Apcom) - La guardia di finanza di Taranto ha sequestrato tre discariche abusive per complessivi 17mila metri quadrati e 550 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, tra cui eternit, pneumatici, materiale ferroso e plastico, elettrodomestici. Denunciate due persone. Sono in corso indagini per identificare ulteriori responsabili. Negli ultimi dodici mesi, nella sola provincia jonica, le fiamme gialle hanno sequestrato 60 aree destinate a discariche abusive, oltre 19mila tonnellate di rifiuti speciali e/o pericolosi e denuciato 88 persone. ***
2 interviste ad Elsa Valeria Mignone, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia: "...Per assurdo, in Campania è più facile punire i reati ambientali perchè c'è la camorra, e si può applicare il 53 bis...Il reato ambientale, quando può essere circoscritto come tale, deve essere legato all'attività di una organizzazione malavitosa, ma non necessariamente mafiosa. In Puglia c'è anche la complicità degli enti pubblici, attraverso l'omissione di controllo e una serie di autorizzazioni ai limiti della legalità, perchè giocati sui cavilli di una legge in materia ambientale con le maglie troppo larghe. Questo è il potere dei colletti bianchi, un mondo sommerso, molto stratificato, che raramente si riesce a far venire fuori..." clicca qui http://www.vigiliamoperladiscarica.it/VIGILIAMo_plus/articolo.php?subaction=showfull&id=1232375392&archive=&start_from=&ucat=5&
istituita Commissione bicamerale sul ciclo rifiuti, a quando la punibilità degli eco-reati? http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/rifiuti/20090129195934814630