I robot mangia-rifiuti cominciano da Massa, Pontedera e Peccioli
Prototipi presto in azione nelle tre città toscane. Sanno anche ''annusare'' l'aria e istinguere la presenza di gas inquinanti. Il progetto coordinato dalla scuola Sant' Anna di Pisa http://www.metropolisweb.it/vedifotogallery.asp?idfotogallery=414&titolo=Dust%20Curt:%20il%20robot%20mangia%20rifiuti
e ancora
http://www.intoscana.it/intoscana/imprese_in_toscana.jsp?id_categoria=1255&id_sottocategoria=171&id=58101&language=it
http://www.metropolisweb.it/vedifotogallery.asp?idfotogallery=414&titolo=Dust%20Curt:%20il%20robot%20mangia%20rifiuti
http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/articolo/1624127
http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2009/05/08/ecolight-recupero-rifiuti-elettronici-a-domicilio/
Ecolight: recupero rifiuti elettronici a domicilio
Una nuova proposta arriva da Ecolight, consorzio per la gestione dei raee (rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici) che raccoglie oltre mille aziende, che ha dato vita ad un servizio di raccolta personalizzato per gli apparecchi elettrici ed elettronici professionali. “Frigoriferi, condizionatori, pc, lampade e lampadine devono seguire un percorso di smaltimento appropriato. La legge parla chiaro. Tutti devono smaltire correttamente i rifiuti per rispettare l’ambiente, ma le modalita’ e gli obblighi per privati cittadini ed imprese sono diversi“. Lo spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight.
Un singolo cittadino puo’ portare le vecchie apparecchiature all’ecocentro del Comune di residenza, il costo di smaltimento e’ gia’ stato pagato dal produttore attraverso il versamento del cosiddetto eco contributo, mentre un’impresa deve provvedere in prima persona allo smaltimento delle sue vecchie apparecchiature elettroniche. Per farlo deve necessariamente affidarsi a una societa’ esterna. Il consorzio Ecolight, l’unico consorzio in cui e’ rappresentata l’intera filiera di settore e che raccoglie aziende produttrici italiane, importatori e i piu’ importanti gruppi della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), ha deciso di mettere a disposizione delle aziende la sua professionalita’. Chi ha bisogno di smaltire apparecchi elettrici ed elettronici puo’ rivolgersi a Ecolight per un preventivo gratuito, senza avere gli obblighi e gli oneri di iscrizione al consorzio, previsti invece dalla legge per i produttori di elettrodomestici. Si tratta di un’opportunita’ che viene proposta alle aziende non produttrici che hanno in magazzino macchinari vecchi e non piu’ vendibili, ma anche ai rivenditori che, nel caso di una fornitura ad una grande azienda, si trovano nella necessita’ di ritirare anche l’usato.
L’iniziativa rientra in un piano di sensibilizzazione nei confronti del riciclo di questi rifiuti; un cambio di mentalita’ che non deve limitarsi ad un frazionamento dei materiali di scarto. Il consorzio Ecolight si propone come partner privilegiato attraverso un servizio personalizzato garantendo lo smaltimento piu’ corretto. “Siamo - conclude Fabio Ferrari, operations manager di Ecolight - il punto di riferimento della grande distribuzione: raccogliamo infatti il 90 per cento del mercato. L’attenzione per l’ambiente passa dalle case di ciascuno di noi, ma anche dalle aziende dove lavoriamo: un piccolo sforzo puo’ andare a beneficio di tutti“. (Adnkronos)
http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Puglia.php?id=3.0.3295526010
All'interno, un ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi Rifiuti a Taranto Gdf sequestra area di 15 mila metri quadrati
Le indagini si sono avvalse dell'utilizzo di elicotteri della sezione aerea delle Fiamme Gialle di Bari, ancora all'opera per individuare i responsabili
ultimo aggiornamento: 09 maggio, ore 11:27
Taranto, 9 mag. - (Adnkronos) - Un'area di 15 mila metri quadrati, che comprende un ex opificio industriale, e' stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Manduria, in provincia di Taranto: all'interno e' stato trovato un ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi. Si tratta in particolare di eternit. Le indagini si sono avvalse dell'utilizzo di elicotteri della sezione aerea della Gdf di Bari. Sono in corso le indagini per individuare i responsabili.
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http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/2009/05/09/174896-differenziata_finisce_discarica.shtml
E la differenziata finisce in discarica - I rifiuti da riciclare non trovano impianti
La Toscana rischia di sviluppare un nuovo turismo dell’immondizia. Nel senso di dover portare in altre regioni tutta quella che ha pazientemente diviso. Perchè divide la spazzatura, mette campane e cassonetti diversi. Ma alla fine non ricicla. E butta tante cose in discarica. Rendendo vani gli sforzi della gente Rifiuti Riciclati. Aumenta in Toscana la raccolta differenziata, ma una parte della spazzatura torna in discarica perchè c'è poco mercato per i prodotti di 'seconda mano'
Firenze, 9 meggio 2009 - Rifiuti: la Toscana rischia di sviluppare un nuovo turismo dell’immondizia. Nel senso di dover portare in altre regioni tutta quella che ha pazientemente diviso. Perchè divide la spazzatura, mette campane e cassonetti diversi. Ma alla fine non ricicla. E butta tante cose in discarica. Rendendo vani gli sforzi della gente e gli investimenti pubblici. E’ vero che i rifiuti differenziati non sono pericolosi come quelli tossici e nocivi, ai quali si era interessata la criminalità organizzata. Ma resta il rischio, sempre costante, che fiorisca e si allarghi un mercato illegale. Non basta. Manca il riuso. Non si adoperano i materiali riciclati per fare panchine, parchi giochi, lettini per gli stabilimenti balneari, tavoli e sedie da ufficio.
E allora? Appare contro ogni logica investire nella raccolta porta a porta, mobilitare le famiglie, riempire le cucine di raccoglitori diversamente colorati, se poi non c’è la possibilità di smaltire come si deve vetro, plastica, legno e organico. Il problema è che la Toscana, capace di superare il 33,7% di raccolta differenziata, e di lanciarsi verso la soglia del 40%, risulta molto indietro nella costruzione degli impianti. Non solo i termovalorizzatori, indispensabili per evitare l’emergenza rifiuti nel 2011, quando le discariche, ormai strapiene, dovranno essere chiuse. Ma non ci sono nemmeno gli impianti per trattare la rqaccolta differenziata. Così anche vetri e plastiche pazientemente divise dalle massaie vanno a gonfiare le discariche. Quindi l’altro rischio: se non vanno in discarica, vetri, legni e stracci possono andare a spasso per l’Italia.
Intanto si scopre un altro fenomeno: anche i Comuni ricicloni, quelli che si danno daffare mettendo in strada, campane per il vetro e cassonetti marroni per gli organici e l’erba tagliata, si muovono al rallentatore quando si tratta di indicare zone dove fare gli impianti. Ovvio, la gente non li vuole perchè confonde gli inceneritori con ogni altra struttura. Le difficoltà aumentano. In Regione discutono del caso di Capannori, in provincia di Lucca: comune virtuosissimo per la differenziata, ma bloccato, a quanto si dice da una decina d’anni, nella scelta di un luogo dove fare l’impianto.
Anna Rita Bramerini, assessore regionale all’Ambiente, non nasconde un po’ di preoccupazione: "Non so se è vero che la buona volontà dei cittadini e gli investimenti delle pubbliche amministrazioni (la Regione ha investito 23milioni di euro e altri 8 milioni l’anno sono tratti dall’ecotassa fino al 2010) siano stati traditi da comportamenti illeciti. So invece per certo che la raccolta differenziata va fatta, ma non dobbiamo equivocarla con l’effettivo riciclo dei materiali. E’ necessario raggiungere gli obiettivi fissati per legge, ma anche dotarsi di impianti per trattare quanto differenziato e avviarlo al mercato". E ancora: "Una buona raccolta è solo il primo passo per un riciclo effettivo. Il secondo è una buona rete d’impianti. Senza la quale si rischia ’il turismo dei rifiuti’ che provoca bilanci ambientali negativi a causa delle emissioni da trasporto".
In Europa ci sono città (Monaco, Copenaghen, Vienna) che hanno centrato gli obiettivi UE e sono capaci di ottenere risultati eccellenti nel riciclaggio e nel recupero di energia da rifiuti grazie a impianti moderni e ben gestiti. Dal loro uso si ricavano energia termica e elettrica. In discarica non finisce più del 10% del totale dei rifiuti. Al loro confronto, la realtà italiana stride. Ma per varie ragioni Anche politiche. In Consiglio regionale il centrodestra ci accusa d’immobilismo, per non aver fatto i termovalorizzatori, ma poi, nelle varie province, attacca qualsiasi previsione di nuovo impianto".
Che fare? Nelle settimane scorse l’assessore Bramerini aveva suonato la sveglia. Ricordando la scedenza del 2011 e anche firmando la richiesta di proroga per le discariche al Ministero. A meno di dieci mesi dalla fine della legislatura, insieme al presidente della giunta, Claudio Martini, dovrebbe dare una spinta, lanciare una sorta di ultimatum. Anche perchè dopo, in campagna elettorale, sarà tardi. Intanto qualche iniziativa la prende il Consiglio regionale. Erasmo D’Angelis, presidente della commissione ambiente e territorio, la prossima settimana presenterà una delibera per lanciare un esperimento con dieci scuole toscane: avranno banchi, sedie e armadi ottenuti da materiali riciclati. A dimostrazione che è possibile, risparmioso e igienico buttarsi sul riuso.
D’Angelis dice: "Lo stesso provvedimento prevederà incentivi ai comuni virtuosi. E taglio di contributi per chi non farà gli impianti. Mia cugina che divide le bottiglie di plastica dagli avanzi dei piatti, deve sapere che non perde tempo invano". Sandro Bennucci
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