Piano provinciale dei rifiuti: i dubbi di Legambiente
martedì 4 agosto 2009
TARANTO - Luci e ombre sul piano provinciale dei rifiuti. Il circolo Legambiente di Taranto ha presentato le sue osservazioni. “La formulazione del piano provinciale, con l’attivazione delle procedure di v.a.s., colma un vuoto di programmazione. La valutazione di merito è articolata in quanto nel piano si riscontrano parti largamente condivisibili ed altre su cui si esprimono riserve o pareri negativi. La parte maggiormente condivisa del piano - si legge nella nota a firma di Leo Corvace -è, in generale, quella riguardante la gestione del rifiuto “differenziato”. Del piano si condividono le priorità assunte in linea con le direttive comunitarie e nazionali come la riduzione della produzione di rifiuti ed il riciclaggio anche rispetto al recupero energetico”. Ma per Legambiente gli obiettivi della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata possono essere perseguiti solo se al piano vengono affiancati alcuni interventi come la nomina di un commissario ad acta per l’Ato Ta/1, il ripristino dell’eco-tassa da parte della Regione inasprendone i coefficienti per rendere il sistema di raccolta differenziata porta a porta più competitivo rispetto allo smaltimento in discarica. “Gli aspetti più controversi del piano attengono alla gestione del rifiuto indifferenziato. L’elemento di maggiore critica nei confronti del piano provinciale dei rifiuti è la contraddizione tra l’impostazione di fondo, basata su riduzione e raccolta /riciclaggio dei rifiuti, ed il gran peso attribuito all’incenerimento nella gestione dei rifiuti. Il piano infatti prevede la riapertura dell’inceneritore gestito dall’Amiu di Taranto che andrebbe ad affiancarsi all’attività dell’altro già in esercizio di Massafra. La capacità di incenerimento complessiva verrebbe portata a delle quote assolutamente incompatibili con il raggiungimento di obiettivi ottimali di raccolta differenziata e riciclaggio”. Legambiente ribadisce la propria contrarietà alla riapertura dell’inceneritore di Taranto ed alla costruzione di un inceneritore nel bacino TA/3 (proposte già avanzate per Manduria e Pulsano) e affronta le tematiche relative all’utilizzo del “CDR Q” in cementifici e centrali elettriche esprimendo non pochi dubbi. “Va infine considerato come, nel caso di mancato raggiungimento di livelli ottimali di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata, il massiccio ricorso alla discarica rischia di provocare in tempi non lontani un’emergenza rifiuti. Secondo le indicazioni del piano la volumetria disponibile era pari ad un milione di mc e potrebbe quindi preludere ad un non lontano esaurimento delle discariche in esercizio”.
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COMUNICATO STAMPA
OGGETTO : OSSERVAZIONI AL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI
Il circolo Legambiente di Taranto ha presentato le sue osservazioni al piano provinciale dei rifiuti.
Per Legambiente la formulazione del piano provinciale, con l’attivazione delle procedure di v.a.s., colma un vuoto di programmazione. La valutazione di merito è articolata in quanto nel piano si riscontrano parti largamente condivisibili ed altre su cui si esprimono riserve o pareri negativi.
La parte maggiormente condivisa del piano è, in generale, quella riguardante la gestione del rifiuto “differenziato”. Del piano si condividono le priorità assunte in linea con le direttive comunitarie e nazionali come la riduzione della produzione di rifiuti ed il riciclaggio e recupero di materia anche rispetto al recupero energetico. Di indubbio interesse è la proposta della dotazione, di uno specifico “Piano di riduzione dei rifiuti” da formulare con il concorso di tutti i soggetti.
La gestione dei rifiuti nella nostra provincia è ancora caratterizzata dal massiccio ricorso alla discarica e da bassi indici di raccolta differenziata. Notevoli responsabilità nel merito per Legambiente sono da attribuirsi al mancato decollo degli ATO ed al forte ritardo accumulato nell’adempimento dei loro compiti istituzionali. Da rilevare comunque come l’ATO TA/3 stia finalmente per procedere all’indizione del bando di gara per l’affidamento dei servizi di gestione dei rifiuti nel proprio bacino. Nel merito, del tutto condivisibile è l’impostazione del piano che considera il “porta a porta” come la metodologia più efficace per raggiungere apprezzabili livelli di raccolta differenziata e la leva fiscale come indispensabile strumento di supporto di tutte le azioni.
Per Legambiente gli obiettivi della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata/riciclaggio possono essere perseguiti solo se al piano vengono affiancati alcuni interventi necessari quali: la nomina di un commissario ad acta per l’A.T.O. TA/1, il ripristino dell’ecotassa da parte della Regione inasprendone i coefficienti per rendere il sistema di raccolta differenziata porta a porta più competitivo rispetto allo smaltimento in discarica, l’introduzione della tariffa integrata ambientale, l’stituzione dell’osservatorio provinciale dei rifiuti, un piano per il recupero paesaggistico e la naturalizzazione di cave ed aree di interesse paesaggistico in stato di degrado impiegando la frazione biostabilizzata matura e lo stesso compost, decisi interventi della Regione sulla pubblica amministrazione per favorire l’impiego di materiali riciclati e l’introduzione di criteri di eco-efficienza e sostenibilità ambientale nei bandi e nei capitolati d’oneri per appalti pubblici di opere, la redazione di un piano di sostegno per le imprese che intendano operare nel campo dei derivati del riciclaggio di materiali rinvenienti dalla raccolta differenziata.
Gli aspetti più controversi del piano attengono alla gestione del rifiuto indifferenziato. L’elemento di maggiore critica nei confronti del piano provinciale dei rifiuti è la contraddizione tra l’impostazione di fondo, basata su riduzione e raccolta /riciclaggio dei rifiuti, ed il gran peso attribuito all’incenerimento nella gestione dei rifiuti. Il piano infatti prevede la riapertura dell’inceneritore gestito dall’Amiu di Taranto che andrebbe ad affiancarsi all’attività dell’altro già in esercizio di Massafra. La capacità di incenerimento complessiva verrebbe portata a delle quote assolutamente incompatibili con il raggiungimento di obiettivi ottimali di raccolta differenziata e riciclaggio. Legambiente ribadisce la propria contrarietà alla riapertura dell’inceneritore di Taranto ed alla costruzione di un inceneritore nel bacino TA/3 (proposte già avanzate per Manduria e Pulsano).
I due ATO presentano comunque contesti e problematiche diversi. L’esercizio dell’inceneritore di Massafra, con gestione privata ed improbabile possibilità di dismissione, comporta la produzione di CDR nell’ATO TA/1 come scelta difficilmente eludibile. L’inceneritore di Massafra, essendo a gestione privata, non ha infatti neanche vincoli territoriali circa la provenienza dei rifiuti da incenerire. Appare quantomeno opportuno che esso utilizzi CDR prodotto in loco invertendo la tendenza degli ultimi anni (in arrivo dal Nord e dalla Campania).
La proposta potrebbe essere quella di utilizzare l’area dell’inceneritore di Taranto oltre che per il compostaggio anche per biostabilizzare i rifiuti del capoluogo (riducendone volume e pericolosità e ricavandone biostabilizzato maturo) e per trasformare la parte residua (non altrimenti utilizzabile) in CDR da utilizzarsi a Massafra. In tal modo si allenterebbe la pressione sugli impianti complessi operanti nella stessa Massafra e si ridurrebbero i costi di smaltimento per il comune di Taranto. Superfluo ribadire come la gestione dei rifiuti debba sempre impostarsi sull’obiettivo primario del massimo livello di raccolta differenziata. L’eventuale produzione di CDR-Q deve interessare comunque solo la parte dei rifiuti non recuperabile e rigorosamente selezionata a norma di legge.
Nel bacino TA/3 occorre privilegiare il combinato raccolta differenziata e sistema della gestione “ a freddo” dei rifiuti. La costruzione dell’impianto di CDR prospettato dal piano provinciale andrebbe preso in considerazione solo come caso estremo. Ossia di fallimento degli obiettivi di gestione ottimale e di persistenza di livelli mortificanti di raccolta differenziata anche dopo la fase di messa a regime del nuovo sistema di gestione unificato. Servirebbe infatti per scongiurare un’eventuale emergenza derivante dall’esaurimento della discarica gestita da “Manduria Ambiente”.
Le osservazioni di Legambiente al piano provinciale dei rifiuti affronta inoltre le tematiche relative all’utilizzo del “CDR Q” in cementifici e centrali elettriche esprimendo non pochi dubbi.
Va infine considerato come, nel caso di mancato raggiungimento di livelli ottimali di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata, il massiccio ricorso alla discarica rischia di provocare in tempi non lontani un’emergenza rifiuti. Secondo le indicazioni del piano la volumetria disponibile era pari ad un milione di mc e potrebbe quindi preludere ad un non lontano esaurimento delle discariche in esercizio. Il tempo a disposizione per agire non è quindi molto. Salvo far rientrare in gioco i “signori delle discariche” sinora rimasti fuori dal business dello smaltimento dei r.s.u..
Taranto, 3 Agosto 2009
per il CIRCOLO LEGAMBIENTE di TARANTO
LEO CORVACE del direttivo del circolo
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sabato 1 agosto 2009
Controlliamo la carne!
Lettera del coordinamento Altamarea alle autorità competenti
Alta concentrazione di diossina nel fegato di pecore e capre a Taranto
I dati del 2008 per pecore e capre sono i seguenti: latte 17% di superamenti (7 campioni su 41); carne 83% di superamenti (5 campioni su 6); fegato: 100% di superamenti (16 campioni su 16).
leggi tutto http://comitatopertaranto.blogspot.com/2009/08/controlliamo-la-carne.html
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lunedì 3 agosto
A TARANTO SEQUESTRATE 3 DISCARICHE ABUSIVE, UNA ERA IN SITO ARCHEOLOGICO
...I sequestri sono avvenuti rispettivamente in territorio di Martina, Massafra e Crispiano...Dall'inizio dell'anno nella sola provincia jonica le Fiamme Gialle hanno sequestrato 20 aree destinate a discariche abusive e 151mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, denunciando 46 persone...
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