Da Alessandro Marescotti - Comitato per Taranto Le malattie epatiche possono essere causate anche dall’inquinamento ambientale - Inquinamento e danni al fegato.
Uno studioso dell’Università della Louisiana ripropone con forza questo legame pubblicando i risultati di un’analisi condotta su migliaia di persone. I ricercatori hanno preso in esame i dati relativi al periodo 2003/2004 che erano stati raccolti in occasione di un ampio studio sulla salute nazionale: i ricercatori hanno esaminato l’associazione tra l’esposizione cronica a bassi livelli di 111 tra i più comuni inquinanti come mercurio o piombo e lo sviluppo, apparentemente inspiegabile, di malattie epatiche in soggetti adulti.
Le sostanze prese in considerazione sono state, così, individuate in più del 60% dei circa 4.500 adulti esaminati. Un dato impressionante che, spiega il responsabile dello studio Matthew Cave, “fa concludere che, anche dopo aver tenuto conto di fattori di rischio epatici noti come l’obesità, l’inquinamento ambientale gioca un ruolo determinante nello sviluppo delle malattie al fegato”.
La ricerca è stata presentata a Chicago nel corso della Settimana delle Malattie Digestive. MFL - 16/06/2009
Fonte
http://www.fegato.com/it/news/news/detail_113137_le-malattie-epatiche-possono-essere-causate-anche-dallinquinamento-ambientale.aspx?c2=399
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dal dott.Maurizio Portaluri di Medicina Democratica
Lettera aperta al Presidente della Giunta regionale on. Nichi Vendola sui morti ed i malati nei petrolchimici pugliesi
Medicina Democratica scrive ancora al Presidente Vendola perché venisse richiesto, sulla base di recenti evidenze scientifiche, all'Istituto Superiore di Sanità di rianalizzare gli studi di mortalità sui lavoratori dei petrolchimici di Brindisi e Manfredonia, dai quali si sono ricavate sinora informazioni erroneamente rassicuranti. La rianalisi degli studi sarebbe di grande interesse per quei lavoratori esposti ed ancora in salute che potrebbero beneficiare di misure di prevenzione. Di seguito lettera integrale.
Lettera aperta al Presidente della Giunta regionale on. Nichi Vendola sui morti ed i malati nei petrolchimici pugliesi
Egregio Presidente
il 1° dicembre scorso alcune associazioni impegnate nella tutela della salute dentro e fuori i luoghi di lavoro (Salute Pubblica e Medicina Democratica) hanno indirizzato anche a Lei, insieme ad una lunga serie di autorità con competenza in materia sanitaria nella nostra regione (l’Assessore alle Politiche della Salute,i Sindaci di Brindisi e Manfredonia, i Presidenti delle province di Brindisi e Foggia ed i relativi Direttori Generali delle ASL Provinciali, il Direttore dell’Arpa, , i Presidenti degli Ordini dei Medici), una articolata lettera perchè si richiedesse, sulla base di recenti evidenze scientifiche, all'Istituto Superiore di Sanità di rianalizzare gli studi di mortalità sui lavoratori dei petrolchimici di Brindisi e Manfredonia, dai quali si sono ricavate sinora informazioni erroneamente rassicuranti. La rianalisi degli studi sarebbe di grande interesse per quei lavoratori esposti ed ancora in salute che potrebbero beneficiare di misure di prevenzione.
A questa lettera l’unico ad aver dato risposta è stato il Direttore Generale dell’ARPA, il Prof Giorgio Assennato, il quale ha espresso la propria disponibilità a sostenere l'Assessorato alle Politiche della Salute e le ASL di Brindisi e Foggia nella rianalisi degli studi sui lavoratori dei petrolchimici di Brindisi e Manfredonia condividendo le ragioni della richiesta.
Per maggior chiarezza mi sembra utile ricordarLe che le due associazioni nel dicembre scorso avevano denunciato importanti inesattezze metodologiche negli studi condotti in sede giudiziaria sulle popolazioni lavorative di Brindisi e Manfredonia, al punto che i lavoratori apparivano in condizioni di salute migliore della popolazione generale. In realtà il confronto non andava eseguito con la popolazione generale ma con gruppi di lavoratori meno esposti o niente affatto esposti nello stesso stabilimento. Di questo si è già accorta la Procura della Repubblica di Venezia che ha disposto la rianalisi dello studio di Porto Marghera rilevando nei lavoratori esposti 80 decessi in più per tutte le cause rispetto alle attese.
Purtroppo le decine di migliaia di famiglie che hanno negli ultimi decenni avuto un congiunto a lavoro nei due petrolchimici pugliesi, non solo hanno visto assolti o prosciolti i responsabili degli impianti dalle accuse di aver provocato le malattie ed i decessi dei loro cari, ma non hanno neppure potuto giovarsi delle competenze messe a disposizione dell’ARPA Puglia (pensi alle attese in campo risarcitorio ed assicurativo) perché nessuna delle Autorità interpellate dalle associazioni in questione ha finora richiesto all’Istituto Superiore di Sanità il data-base delle due coorti esaminate a Brindisi e Manfredonia.
Le scrivo pertanto per sollecitare una Sua concreta iniziativa in risposta alla proposta delle associazioni ed alle attese delle famiglie dei lavoratori dei petrolchimici pugliesi, attraverso la richiesta delle basi di dati all’Istituto Superiore di Sanità in modo che possano essere rianalizzate dall’ARPA Puglia e dalle Unità di Epidemiologia delle ASL interessate secondo i criteri accennati.
Certo di un suo positivo riscontro, porgo distinti saluti Brindisi, 21 agosto 2009
Maurizio Portaluri – Medicina Democratica ---------------------------------
Discarica abusiva sequestrata a Taranto http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=129167
22 agosto 2009 Tre persone sono state denunciate all'autorita' giudiziaria. Dall'inizio dell'anno le Fiamme gialle, hanno sequestrato nella provincia22 aree destinate a discariche abusive e oltre 152.000 tonnellate di rifiuti speciali e/o pericolosi e denunciato 57 persone.
Militari della compagnia della Guardia di finanza di Martina Franca, in collaborazione con il gruppo di Taranto, hanno sequestrato a Montemesola un'area di circa 1.200 metri quadri utilizzata come discarica abusiva, dove erano stoccate circa 2,5 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi: elettrodomestici, rifiuti metallici, pneumatici fuori uso, oli esausti e materiale edile di risulta.
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21 agosto 2009 Buone previsioni e investimenti mirati potrebbero ridurre del 20% il costo dei cambiamenti climatici http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=679
LIVORNO. Secondo una nuova ricerca pubblicata dal bulletin for the American meteorological society «investimenti mirati nella scienza del clima potrebbero portare ad importanti vantaggi nella riduzione dei costi di adattamento ai cambiamenti climatici». Al rapporto "Targeted investments in climate science could present enormous economic savings for the UK and Europe" hanno lavorato i ricercatori del National centre for atmospheric science (Ncas) che dimostrano come investimenti effettuati oggi possano portare nei prossimi decenni a una riduzione dei costi per affrontare il cambiamento climatico tra il 10 e il 20% r il Regno Unito e in Europa nei prossimi decenni sia in Europa che nel resto del mondo. Secondo il Ncas «Questa è una buona notizia per le imprese e per i responsabili politici attualmente in cerca di aiuto per la pianificazione e le previsioni per l'adattamento ai cambiamenti climatici nei prossimi anni, per i quali tali miglioramenti potrebbero presentare un enorme risparmio economico: l'incertezza delle previsioni climatiche significa che le misure di adattamento devono essere progettate per una maggiore resilienza, il che le rende più costose». Questi risultati arrivano dopo i ricercatori, che hanno lavorato al Walker institute, university of Reading, hanno utilizzato i forniti attraverso la "suite" di modelli climatici state-of-the-art per identificare le principali cause dell'incertezza nelle previsioni del cambiamento delle temperature su diverse scale di spazio e tempo. «Sebbene questo tipo di studi sia già stato effettuato a scala mondiale - spiegano i ricercatori - questa è la prima volta al mondo che è stato tentato su scala regionale (2000 km)». I risultati hanno dimostrato che, per tutte le regioni per i prossimi quattro decenni, le principali incertezze nelle previsioni climatiche saranno la variabilità interna (le fluttuazioni che emergono naturalmente e non in conseguenza degli interventi umani), l'incertezza dei modelli (modelli diversi simulano cambiamenti climatici diversi) e l'incertezza degli scenari (per esempio l'incertezza sulle future emissioni di gas serra). Secondo i co-autori della relazione, Ed Hawkins e Rowan Sutton, «Poiché i costi di adattamento sono molto alti, e una maggiore incertezza sul clima futuro comporterà probabilmente maggiori costi di adattamento, ridurre l'incertezza delle previsioni climatiche ha un valore economico potenzialmente enorme». Per Hawkins «Un certo numero di cambiamenti climatici è inevitabile, e ci si dovrà adeguare. Questo lavoro ha evidenziato la necessità di un dibattito su come mirare meglio gli investimenti nella climate science e di prendere in considerazione i guadagni in termini di previsioni climatiche e nella riduzione dei costi di adattamento. Il nostro lavoro suggerisce che gli investimenti nelle osservazioni degli oceani, per esempio, e il loro uso per stabilire le condizioni iniziali dei modelli climatici e per verificare le previsioni, potrebbero dare le migliori ricompense in termini di modelli e previsioni climatiche più precisi per il prossimo periodo da 5 a 50 anni. Solo dopo il 2050 la principale incertezza consisterà nelle future emissioni di gas serra ancora sconosciute».
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Padoa Schioppa L' USCITA DALLA CRISI E LA SUA EREDITA' /1
2 agosto 2009 Si crescerà a basso regime http://www.corriere.it/editoriali/09_agosto_02/padoaschioppa_cda171c8-7f33-11de-9b97-00144f02aabc.shtml
Il vocabolario dell’economia torna a parole gradite: finisce la recessione, inizia la ripresa, il peggio è passato. Dal dicembre 2006, quando, quasi inosservato, si arrestò un principale motore dell’espansione economica mondiale (la bolla immobiliare, ossia l’ascesa irragionevole dei prezzi delle case in America), non è la prima volta che si parla di «uscita dalla crisi». Ma che significato dare a una tale espressione? ...
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ECONOMIA E POLITICA DUE NUOVI QUESITI | 11 agosto 2009
http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/11/ECONOMIA_POLITICA_DUE_NUOVI_QUESITI_co_9_090811004.shtml
ECONOMIA E POLITICA DUE NUOVI QUESITI
Per cercare di capire come potrà essere il mondo dopo la tempesta in corso, l' incognita maggiore riguarda il modo di conciliare due opposte necessità: la crescita delle economie ricche deve rallentare, quella delle povere deve continuare. Due reazioni probabili e anche auspicabili, ma apparentemente incompatibili. L' espansione economica pre-2007 non ha antecedenti nella storia contemporanea perché è la somma di due dinamiche...
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UTOPIE DANNOSE E UTOPIE UTILI | 19 agosto 2009
http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/19/UTOPIE_DANNOSE_UTOPIE_UTILI_co_8_090819004.shtml
Un illuminato governo mondiale che avesse il compito di trarci fuori dalla crisi ragionerebbe pressappoco così: non basta arrestare il crollo dell' economia e della finanza, obiettivo perseguito finora; uscire davvero dalla crisi significa porre il mondo sul sentiero di una crescita che possa durare nel tempo senza sfociare in una nuova catastrofe: una crescita, come dicono gli economisti, sostenibile. L' aggettivo «sostenibile» è stato molto approfondito negli ultimi venti o trent' anni e ha almeno tre significati...
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6 giugno 2009 Se gli europei dicessero: Yes,we can http://www.corriere.it/editoriali/09_giugno_06/europei_yes_we_can_padoa_schioppa_e74f16aa-5267-11de-9c0a-00144f02aabc.shtml
Un anno fa, di questi giorni, Barack Obama e Hillary Clinton si contendevano la candidatura alla Presidenza nel mezzo della più intensa e incerta campagna elettorale che si ricordi. Oggi l’America si presenta con volto, parole, atti, stile di governo, profondamente mutati: legalità costituzionale, risparmio energetico, apertura al mondo islamico, nuove relazioni con Cuba, bando alla tortura, avvio di riforme sociali. Futile arroganza, uso della paura, miopia hanno ceduto il passo a serietà, calma, ascolto, sguardo lungo. È scattato il meccanismo essenziale della democrazia: cambiare in modo pacifico una politica e un governo di cui il popolo è scontento...
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19 luglio Le occasioni finora mancate http://www.corriere.it/editoriali/09_luglio_19/tommaso_padoa_schioppa_le_occasioni_finora_mancate_64477a00-7430-11de-957f-00144f02aabc.shtml
Nella nostra storia nazionale il 2009 vede la vera fondazione di due grandi partiti animati da una stessa e concorrente ambizione: governare l'Italia nei decenni a venire. Solo il tempo dirà se sono inizi fecondi o occasioni mancate, ma è adesso che l’importanza del fatto deve essere colta, dal politico di professione come da ogni cittadino responsabile...
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27 aprile La democrazia in un solo Paese: incompleta, e sempre in pericolo http://www.corriere.it/editoriali/09_aprile_27/padoashioppa_a5d4e4fe-32f3-11de-b34f-00144f02aabc.shtml
La parola governo va declinata al plurale: dall’assemblea di condominio al mondo
Alla domanda «chi deve governare?» la democrazia risponde: il popolo, il Kratos deve essere del Demos. La risposta sembra semplice, ma se ci riferiamo a tempi e luoghi reali, ci accorgiamo che essa presuppone altre domande: chi è il Demos? Governo al singolare o governi al plurale? Il fondamento della democrazia è solido soltanto se i princìpi che l’ispirano (responsabilità, uguaglianza, autonomia) si traducono in istituti coerenti con le risposte date a queste domande...
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