Rifiuti in scena: piéce di Ulderico Pesce sui traffici illeciti
Rifiuti in prosa: deliri olfattivo-visivi di Tommaso Urselli
AL TEATRO DELL'OROLOGIO «Asso di Monnezza», storia di Marietta con genitori e sorella stroncati da tumori La pièce sui commerci illegali che avvelenano la salute e l’ambiente e fanno arricchire imprenditori senza scrupoli
ROMA - Il teatro affronta lo scandalo rifiuti grazie allo spettacolo-inchiesta di Ulderico Pesce. Dal 12 al 24 gennaio al Teatro dell’Orologio va in scena “Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia” la pièce che racconta i commerci illegali che avvelenano la salute e l’ambiente e fanno arricchire pochi “imprenditori” senza scrupoli. «La stampa si è occupata molto della spazzatura che ha invaso le strade della Campania e della Sicilia, perché l’immondizia era sotto gli occhi di tutti. Io – dice l’attore regista - mi occupo di quella “monnezza” che non si vede, prodotta dalle industrie e smaltita nell’ombra. Arsenico, cobalto, fosforo prelevati s nelle industrie del Nord e scaricati nel Centro Sud: sulla terra agricola, nel mare, nei fiumi».
--------------------- pervenuta per posta elettronica DELIRI OLFATTIVO-VISIVI DI UN APOLIDE (diari dalla discarica globale) di Tommaso Urselli Qualche giorno fa, per motivi che non sto qua a raccontare, ho preso il treno - a Milano - sono arrivato - a Taranto - e sono tornato - a Lizzano (Ta).
Da un po' di anni mi piace fare la vita dell'apolide: parto da qualche parte - di solito Milano - e ritorno da qualche parte - di solito Lizzano. O viceversa.
Un apolide un po' ossessivo e anche un po' sfigato, lo so. E l'altro giorno, arrivato in paese, mi sono sentito anche un apolide molto confuso, più del solito: ero partito - da Milano - ed ero arrivato - ma non a Lizzano...
Eppure ero in paese, davanti la porta di casa, verso le sette di sera...ma la sensazione era quella di trovarmi sul ponte della Ghisolfa all'ora di punta (un cavalcavia sulla circonvallazione milanese intasato di auto e gas di scarico).
"No no, guarda che ti trovi a Lizzano" mi dice la vocina apolide dentro di me, "guardati intorno...altro che cavalcavia, altro che auto: il deserto".
E in effetti così era: nemmeno una macchina. E allora perché quest'effetto cavalcavia-milanese-all'ora-di-punta?, dico alla vocina.
"Tappati il naso" mi risponde quella.
Me lo tappo...: è vero!!! L'effetto cavalcavia sparisce...sono a Lizzano!
"Stappalo" dice ora la vocina...e l'effetto cavalcavia riappare, più intasato che mai...e io confuso e intasato insieme a lui.
"Tappalo-stappalo-tappalo"...Gioco così per un po'...E in un attimo mi teletrasferisco...Milano-Lizzano-Milano....Sarà un effetto della globalizzazione?
Fino alle dieci del mattino dopo il giochetto globalizzante funziona.
Ma basta giocare...E' già ora di ripartire...Se no che apolide sarei...
Chiedo a mio fratello di accompagnarmi in macchina alla stazione di Taranto. A circa tre chilometri da Lizzano vedo una scena che mi ricorda un film: una serie di camion in fondo a un'enorme cava-discarica...Che film era?...
Adesso sono in treno: né Milano né Lizzano, in nessun posto, da vero apolide. Ma quella cosa...l'effetto globalizzante...mi è rimasto nel naso.
E all'improvviso ecco che mi torna in mente il film: "Gomorra", la scena della discarica nel napoletano. O era Lizzano?