cronaca dell'incontro su Rifiuti e sanità: l’affare san Raffaele
Il giornalista Gianni Lannes ritorna a Grottaglie Rifiuti e sanità: l’affare san Raffaele La denuncia: Il san Raffaele di Milano prima inquina, poi fa affari sui tumori “Le logiche di chi mette in pericolo salute e ambiente nella provincia jonica sono le stesse di chi vuole realizzare affari e speculare su sanità ed ecologia”...
Il giornalista Gianni Lannes ritorna a Grottaglie Rifiuti e sanità: l’affare san Raffaele di Loredana Russo
La denuncia: Il san Raffaele di Milano prima inquina, poi fa affari sui tumori
“Le logiche di chi mette in pericolo salute e ambiente nella provincia jonica sono le stesse di chi vuole realizzare affari e speculare su sanità ed ecologia”: così la prof.ssa Etta Ragusa, da sette anni coordinatrice del Comitato “Vigiliamo per la discarica” di Grottaglie ed ispiratrice di “Rinascita civica”, ha introdotto ieri, 8 ottobre, nell’auditorium, gremito di gente, del Castello, l’incontro: “Rifiuti e sanità: l’affare san Raffaele”. Relatore, il giornalista Gianni Lannes, presenza familiare ai tanti cittadini che, da tutta la provincia, hanno partecipato alle tre ore di incontro con dibattito sugli intrecci tra interessi speculativi e costruzione di un nosocomio privato di don Verzè nella città di Taranto.
Un evento che inserisce un ulteriore tassello nel percorso di “Vigiliamo”: studio, denuncia, prontezza a rinunciare al quieto vivere, per mettere le professionalità al servizio del bene comune. Un incontro di politica, quella con la P maiuscola, che non parla difficile, ma che coagula le persone, perché pone al centro della discussione problemi che interessano tutti, senza distinzione di schieramento. Un’occasione per ribadire la solidarietà al gruppo “Attiva Lizzano”, la cui sede di recente è stata violata due volte in poche ore: ennesimo atto di intimidazione contro chi ha alzato la testa per vigilare su una discarica per rifiuti speciali … che “puzza”.
“Abbiamo le prove che la fondazione san Raffaele del monte Tabor di Milano ha trasferito rifiuti pericolosi in questa provincia” ha dichiarato Lannes. Alle sue spalle, come dannati di un girone infernale, le foto delle migliaia di fusti abbandonati da decenni nel raggio di pochi chilometri dalla città di Taranto. La fondazione che, nell’immaginario dei tarantini, porterà l’eccellenza della ricerca sul cancro in un’area che conta in media 40.000 malati di tumore l’anno, è la stessa che ha prodotto rifiuti radioattivi smaltiti nella nostra provincia dalla Smarin s.p.a. Uno strano intreccio che ha il sapore di conflitto di interessi. Protagonista, il milanese Giuseppe Grossi, nel consiglio d’amministrazione del san Raffaele e titolare della Smarin s.p.a., società che ha cessato le sue attività nel giugno scorso, un mese dopo la costituzione a Taranto, davanti a notaio, della “Fondazione san Raffaele del Mediterraneo”.
Con un “piccolo” anticipo di denaro pubblico, 120 milioni di euro, dunque, una “fondazione con scopo di lucro” - come ha ricordato lo stesso Lannes – “dà il la” al progetto di costruzione di un ospedale privato nel capoluogo jonico e sentenzia la morte della sanità pubblica nell’intera provincia. Dietro l’operazione, uno schieramento trasversale di interessi, che non interviene sulle cause dell’inquinamento, ma progetta palliativi a valle. E’ la logica dell’intreccio tra politica e poteri forti, alimentata dalla sfiducia nella possibilità di invertire la rotta e dalla disinformazione che genera opinioni errate nei cittadini.
All’inchiesta di Lannes hanno fatto eco gli interventi dei presenti, rappresentanti il meglio della società civile, “vent’anni avanti rispetto ai politici, ma anche a quell’opposizione di piazza che manifesta solo contro qualcuno, che ragiona ancora per massimi sistemi ideologici – nelle vibranti parole della prof.ssa Ragusa – e a cui sfugge che il tempo delle contrapposizioni deve finire, perché politica è risolvere i problemi per il bene di tutti”.
Tra i numerosi interventi, significativa la denuncia dell’avvocato Antonio Lupo che ha definito “olocausto”, ciò che accadrà al quartiere Tamburi a seguito della cancellazione, in dieci minuti la scorsa estate, dell’obbligo di limite benzoapirene nell’aria (D.L. 155). Altrettanto sentita, la testimonianza di un’operatrice della sanità, che ha denunciato un sistema nel quale i pazienti, per la politica, sono “numeri”, nel pubblico si è costretti a lavorare sotto organico e a pagare i debiti delle strutture private.
A nome del comitato Salute pubblica di Taranto ha parlato un suo rappresentante comunicando che nel capoluogo provinciale sono attivi per far emergere la verità sull’ ”affare” s. Raffaele e sul grave rischio che sia azzerata la sanità pubblica. Altri interventi e presenze significative quelli dei rappresentanti dei comitati tarantini Malattie da inquinamento, Fondo antidiossina e Stellaciao, della sezione provinciale di Cittadinanza Attiva, del comitato AttivaLizzano.
I presenti hanno, dunque, ribadito che le indagini coraggiose di Lannes saranno supportate dalla gente attraverso presenze vigili sul territorio. “Il mutamento parte da noi stessi, come ci insegna Gandhi. Dunque, su la testa”: nelle parole conclusive di Lannes, l’impegno per tutti ad essere sentinelle attente e coraggiose, nella costruzione del bene comune, l’obiettivo della politica. (L.R.)