da Carosino e da Lizzano cittadini e associazioni scrivono esasperati dalle conseguenze negative apportate dalla presenza delle discariche
da ATTIVALIZZANO Lettera aperta al Presidente Nichi Vendola 8/01/11 Caro Presidente Vendola,
forse non ci conosce ancora. Siamo un’associazione di volontari che si interessa di salvaguardare l’ambiente, il proprio territorio e la salute. Abbiamo letto la Sua lettera al Presidente della provincia jonica. Vuole sapere anche cosa pensiamo e come viviamo noi, cittadini di Lizzano? Sa, noi siamo lontani da decisioni politiche, riunioni di maggioranza, rimpasti, rilascio di deroghe e autorizzazioni e da tutto quello che succede dentro e fuori i Palazzi di Governo. L’unica cosa che possiamo farLe sapere è qual è la nostra vita…
Lizzano si trova a 1 km dalla discarica di rifiuti speciali Vergine, la seconda per volumetrie in Europa (la prima è Italcave a Statte). Per quasi 40 anni quella vasta zona è stata utilizzata come discarica incontrollata, mai bonificata. Tante persone in questi 40 anni hanno visto tir maleodoranti giungere da tutta l’Italia e scaricare di tutto nella devastazione delle cave dove un tempo c’erano solo ulivi. La discarica è stata già coinvolta in inchieste giudiziarie che hanno fatto emergere traffici illeciti di rifiuti speciali da tutt’Italia (“El Dorado” nel 2003, “Spiderman” e “Ragnatela” nel 2010).
Eppure continua ad operare indisturbata. Eppure continua ad operare con deroghe, con autorizzazioni più o meno provvisorie, nonostante il progetto stesso approvato con l’AIA non corrisponda affatto a ciò che è stato poi realizzato. Da qualche anno, il nostro paese è attanagliato ancora più che nel passato, dalla dispersione in aria di sostanze inquinanti ed emissioni dallo sgradevole odore proveniente dalla discarica, così come ha accertato l’Arpa, ma anche assolutamente inodori ed ugualmente irritanti per l’organismo. Esalazioni che ci costringono a barricarci in casa, a svegliarci nella notte perché non riusciamo a respirare, a mettere il nastro adesivo attorno alle finestre, a chiudere i comignoli dei camini, a tappare in cucina le prese d’aria per il gas, ad accompagnare i bambini a scuola con la sciarpa attorcigliata fino al naso. Siamo disperati perché ci sentiamo abbandonati dalle Istituzioni che dovrebbero proteggerci e beffati dall’invocazione di solidarietà verso altre popolazioni che versano in condizioni analoghe alle nostre.
Siamo indignati perché vediamo quotidianamente anteporre al nostro diritto alla salute, i profitti economici di pochi, in una logica soverchiante da cui usciamo inesorabilmente sconfitti; sentiamo in pericolo tutte le attività produttive su cui regge il nostro territorio (turismo, produzioni agricole, edilizia etc.). Quale sarà il futuro della nostra terra?
Viviamo quotidianamente la frustrazione e l’impotenza di fronte a un problema enorme, dilaniati dal dubbio che l’aria che respiriamo quotidianamente sia tossica. Perché l’asma dei bambini a Lizzano è del 30% quando la media nazionale è del 6% (studio del Mario Negri di Milano)?
Perché molti di loro, dopo una serata di tramontana, hanno laringiti?
Perché vengono prescritti molti antistaminici?
Perché c’è un inspiegabile aumento della frequenza di disturbi all’apparato polmonare, intestinale, delle mucose e della epidermide?
Perché ci sono molte donne giovani che soffrono di problemi alla tiroide? Perché alcuni bambini nascono già con queste complicazioni?
Perché a Lizzano vi sono casi di malattie legate all’inquinamento come asma, neoplasie, tiroidismo, leucemia ecc…?
Perché i ginecologi consigliano alle future mamme di trascorrere le gravidanze lontano da Lizzano? Perché qui sempre più gente muore di morte non naturale? Perché nessuno ci aiuta? Le abbiamo inviato a luglio 800 esposti. Quanto ancora dovremmo urlare affinché qualcuno ci ascolti? Quanto ancora dovremo stare male? Perché Lizzano, a 5 km da uno splendido mare, terra dell’uva e del vino, degli ulivi, della dieta mediterranea per eccellenza, del turismo… si ritrova con un territorio maleodorante e minacciato dalla vicina discarica? Perché nella sola provincia di Taranto (già massacrata dall’Ilva, dall’Eni, dalla Cementir, dagli inceneritori) ci sono 3 discariche di rifiuti speciali che insieme contano oltre 10 milioni di metri cubi quando in tutta la Regione Lombardia, la più industrializzata d’Italia, ce ne sono 750 mila?
Vogliamo la chiusura della discarica. Vogliamo indagini diagnostiche ed epidemiologiche sulla salute delle popolazioni limitrofe, sulle falde, sulle acque superficiali, carotaggi sulle discariche aperte e anche su quelle chiuse.
Vogliamo la bonifica delle vecchie discariche incontrollate e la messa in sicurezza di quelle esaurite e chiuse. Vogliamo l’avvio di impianti di riciclaggio e la promozione di tecnologie alternative all'inceneritore, quindi impianti di recupero e riuso di materiali primi secondi (rifiuti differenziati).
Vogliamo un nuovo modello di gestione dei rifiuti che si orienti verso la strategia dei RIFIUTI ZERO. Vogliamo respirare, vogliamo poter stare all’aria aperta, vogliamo gustare i frutti della nostra terra, vogliamo che chi amiamo stia bene, vogliamo vivere.
Caro Presidente, ora basta con le emergenze… le nostre però! AttivaLizzano http://comitatopertaranto.blogspot.com/2011/01/lettera-aperta-al-presidente-nichi.html
----------------------------------------------------- da CAROSINO Caro amico, mi permetto di chiamarti così usando la stessa forma presente in una delle tue lettere inviatami qualche anno fa per promuovere la raccolta differenziata. Mi hai chiesto scusa per esserti intromesso nella mia vita attraverso questa tua comunicazione che ritenevi di estrema urgenza e importanza. Dico con franchezza che l’intromissione nella mia vita la sento di più quando mi trovo a convivere con le tantissime discariche nella mia sola provincia di Taranto che non sono certo diminuite durante il tuo primo e secondo mandato come governatore
(che bella parola piena) della mia terra, anzi sono state date, senza pensare alla salute dei cittadini, autorizzazioni per ampliamenti alle già smisurate discariche presenti. Taranto pattumiera d’Italia sembra essere il suo destino. Per non parlare poi della produzione elevata di diossina relativa all’area industriale della città. Sembra che per l’emergenza rifiuti la nostra terra dia già molto in ordine di devastazione del territorio e di gente che si ammala. Sei d’accordo con me? E invece l’amministrazione Vendola cosa fa? Coinvolge solo la nostra provincia e soprattutto quei paesi già in ginocchio per l’ampliamento di discariche esistenti come Lizzano (Vergine), Statte (Italcave) e Grottaglie (Ecolevante) per lo smaltimento dei rifiuti campani. Ma ti è arrivata forse la voce che di fronte allo scempio delle bellezze naturalistiche del tarantino sono nati comitati e associazioni formati da tanti ragazzi, uomini, donne volenterosi che si battono per evitare la distruzione di dei più bei tratti di paesaggio mediterraneo? Anche nel mio piccolo paese è nata un’associazione chiamata CarosiNOdiscariche di cui io faccio parte; essa nasce per sancire il diritto alla salute e la partecipazione democratica dei cittadini che dicono no alle discariche. Si alla politica dei rifiuti zero e al riutilizzo del materiale riciclato, che sarebbe vera ricchezza e grande opportunità per la nostra terra, anche in termini di posti di lavoro. Eppure nella tua lettera dici che a voi pubblici poteri compete il compito di far funzionare tutti gli impianti che servono a chiudere in ogni territorio il ciclo dei rifiuti. Io non ho visto nella mia Puglia nessuna volontà a investire su strutture atte alla trasformazione di rifiuti riciclati.. Non si risolve il problema rifiuti devastando il territorio, costruendo bubboni che minano la salute nostra e dei nostri figli. Meditate su questo voi amministratori prima di elargire concessioni di ampliamento discariche e soprattutto VIGLILATE su questa terra bellissima. Il nome di Carosino, caro Presidente, forse lo avrai dimenticato. Ma in tempo di campagna elettorale sei venuto nel nostro paese a dire che…con la tua nuova amministrazione il cielo azzurro di Taranto si sarebbe fuso con l’azzurro cristallino del suo mare in un abbraccio che avrebbe sconfitto ogni grigiore inquinante. Io, da pura idealista ho creduto alle tue parole poetiche, a cui non sono seguiti fatti. Forse al Sud il diritto alla salute è un accessorio a richiesta, non ci viene garantito dalla nascita come al resto d’Italia Grazie per avermi dedicato un po’ del tuo tempo. Elena Manigrasso (membro di CarosiNOdiscariche) http://galatina2000.it/Cronaca/lettera-aperta-al-presidente-della-regione-puglia-nichi-vendola.html