se non si vogliono discariche sono necessari atti amministrativi di grande responsabilità e coraggio
Riguardo al progetto di cava in contrada Amici, per il quale Ecolevante-Lgh ha chiesto nuovamente allaRegionelaValutazione di impatto ambientale già negata nel 2010, è necessario che il Consiglio comunale, immediatamente, emetta atti amministrativi concreti, che devono essere attuati contemporaneamente alle motivazioni tecniche per il diniego che si stanno elaborando in seconda commissione.
Il Consiglio comunale deve deliberare, come impone la legge in base alla quale è stata emessa l’ordinanza del 2004 e del 2011 di ricolmo con terreno vegetale di una cava esaurita e dismessa, mai fatta eseguire, l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle aree individuate nella medesima ordinanza.
E deve deliberare anche una variante urbanistica che preveda l’impossibilità di destinare a discarica, o al recupero con discarica, le aree destinate a cava del Piano regolatore generale vigente.
Nella riunione della seconda Commissione che si terrà giovedì 22 maggio bisognerà decidere di portare in Consiglio comunale queste due proposte di deliberazione, che la consigliera Etta Ragusa ha già presentato nella precedente riunione del 16 maggio.
Politici e amministratori in carica, che sono gli stessi che hanno emesso l’ordinanza mai fatta eseguire, non possono più continuare a esprimere dinieghi a parole.
Fatti gravi si stanno verificando.
Dopo due mesi che la seconda commissione si riunisce, ancora non si vede alcuna bozza del documento con il quale il Comune dovrebbe esprimere parere negativo riguardo al progetto di cava in contrada Amici, di dimensioni enormi: 380.000 metri cubi e scavo che arriva fino a 30 metri di profondità.
La Regione, all’insaputa di Sindaco e Assessore, il 4 aprile scorso ha rilasciato a Ecolevante la proroga a coltivare nella stessa area una cava di sabbie calcarenitiche. Ma quando la consigliera Etta Ragusa, già fin dalle prime riunioni della seconda Commissione risalenti allo scorso marzo, sollevava la questione di un possibile rinnovo dell’autorizzazione, non veniva preso alcun provvedimento dal Sindaco, che solamente nella riunione di commissione del 16 maggio u.s. leggeva una lettera di protesta indirizzata alla Regione.
Inoltre durante i lavori di commissione si è scoperto che non è stata mai eseguita, in aperta violazione dell’art.31 del Dpr n.380 del 2001 secondo il quale è stata emessa, l’ordinanza comunale con cui il Comune ingiungeva a Ecolevante, nel 2004 e nel 2011, la bonifica con terreno vegetale di un’ampia cava che ricade nella stessa area del progetto di ampliamento e la rimozione di accumulo di argilla.
Ora anche un bambino capisce che a cava seguirà discarica e che non fare eseguire per dieci anni un’ordinanza è una mancanza amministrativa gravissima.
Perciò è necessario che il Consiglio comunale, immediatamente, emetta questi atti amministrativi concreti: l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale, come stabilisce la legge, delle aree individuate nell’ordinanza 54/2011; e la variante urbanistica che preveda l’impossibilità di destinare a discarica, o al recupero con discarica, le aree destinate a cava del Piano regolatore generale vigente.